Dolomiti Bike Galaxy 2019
- Alfonso Calabrese
- 5 set 2019
- Tempo di lettura: 12 min
Aggiornamento: 29 giu 2020
Nel settembre del 2018 il team Bike&Ski affrontò sicuramente l'avventura più complessa ed intensa dalla sua creazione. Generoso, Nicola, Raimondo, Roberto ed Alfonso partirono per vivere 4 giorni di difficoltà fisiche e logistiche, di profonde incomprensioni e tensioni, che minarono l'armonia del team. Da quelle difficoltà però il gruppo ne uscì ancora più coeso. Da subito si comincio a parlare di una nuova avventura sulle spettacolari cime dolomitiche, da programmare nel 2019. Come da tradizione Alfonso cominciò a buttare giù alcune ipotesi (alla fine elaborerà 4 piani, ciascuno di essi declinato in almeno 7/8 varianti), oggetto di confronto e discussione durante le uscite nella prima metà del 2019. In ognuna mancava sempre qualcosa.
In realtà il "pomo della discordia" su cui cadevano tutte le proposte era l'eterna domanda: bici muscolari o e-bike ? Mentre Nicola, da sempre fautore delle muscolari, si chiamava fuori per una sua molto probabile indisponibilità nel periodo scelto (inizio Settembre), Generoso e Roberto erano propensi per le e-bike, in modo da poter percorrere chilometraggi più spinti e pendenze più impegnative. Raimondo, invece, difendeva strenuamente la bici muscolare: "facciamo qualche km in meno ma facciamolo con le nostre gambe", questo era i suo mantra. Alfonso , arbitro di questa diatriba, cercava di adeguare le tracce per sostenere le idee di Raimondo, conciliando anche le esigenza di Generoso e Roberto. Dopo aver elaborato 2 scenari nelle Dolomiti del Brenta, alla fine decidiamo finalmente sul giro dei 4 passi del Sella, con un'escursione al lago Fedaia nel primo giorno e al Fassa Bike Park nell'ultimo. Con buona armonia (!) la scelta cade sulle e-bike, con le quali percorrere complessivamente 160 km, superando in sella oltre 2100 m di ascesa.
Era tutto già definito, treni, bike, hotel e rifugi prenotati quando Raimondo, per esigenze lavorative ed a 48h dalla partenza chiede ad Alfonso un'ennesima modifica (Ndr. che darà vita alla 34esima versione del tour): dopo una rapida verifica, vengono modificate tracce, treni ed hotel, e si elabora la versione finale !!!

Giorno 1, giovedì 5 settembre
Alfonso parte in auto da Savona alle 7:30, mentre Roberto e Generoso salgono da napoli sul primo Frecciarossa in direzione nord. Raimondo invece partirà nel primo pomeriggio, saltando l'escursione del primo giorno.


In perfetto orario il convoglio dell'alta velocità arriva a destinazione alla stazione di Trento, alle 12.38 dove Alfonso giunge pochi minuti prima, dopo aver percorso 400 km.


Dopo aver ammirato il mega parcheggio per bici presente alla stazione di Trento i tre partono in auto per Canazei, in attesa dell'arrivo di Raimondo. C'è il tempo di fermarsi per un breve ma sostanzioso pranzo, lungo la statale che in poco meno di 2 ore li conduce a Canazei.

Posate le valige all'hotel di Campitello di Fassa, e indossata la tenuta da MTB, i tre si recano a Canazei dove ritirano le e-bike. Il piano prevede una veloce escursione sul lago artificiale Fedaia, ai piedi della Marmolada. Generoso, mantiene le tradizioni e, una volta entrato nel negozio di bici, si abbandona allo shopping compulsivo acquistando una serie di accessori e capi di abbigliamento e solo un deciso intervento di Roberto, consente ai tre di mettersi in bici prima del tramonto.

Percorriamo una ciclabile e dopo un paio di km ci immettiamo in un sentiero lungo il letto di un torrente. Il sentiero diventa via via più irto fino ad arrivare a pendenze quasi da arrampicata. Decidiamo quindi di abbandonare il sentiero sterrato e raggiungere il passo Fedaia lungo la statale.









Dopo 7 km di dura salita, attraversiamo un breve tunnel all'uscita del quale ammiriamo lo specchio azzurro del lago e sullo sfondo le vette della Marmolada.






Il pomeriggio è soleggiato, ma qui a oltre 2000 m, la temperatura è comunque rigida. Decidiamo di fermarci in un piccolo rifugio e consumare un veloce (!) spuntino a base di Strudel e Tiramisù. Intanto sul fronte ferroviario le notizie sono allarmanti; Raimondo ci informa che il suo treno ha un ritardo mostruoso. Alle 18 è ancora poco dopo Roma !


Dopo un veloce selfie con la simpatica barista, in costume tirolese, torniamo a Canazei, andando a tutta sulla discesa ed arriviamo in hotel alle ultime luci del giorno.

Raimondo ci informa che arriverà intorno alle 23 a Bolzano. Abbiamo quindi il tempo per una frugale cena a base di carne ad un risto grill, alle porte di Canazei. La cena è piacevole ma non indimenticabile, così come l'immancabile strudel finale. Ci rimettiamo in auto e arriviamo a Bolzano proprio quando Raimondo esce dalla stazione.

Tutti abbastanza stanchi percorriamo in auto i 40km di strada di montagna da Bolzano a Canazei in silenzio, rotto solo dallo stupore provocato dell'attraversamento di 2 camosci, che per nulla spaventati ci fissano per poi rientrare nel bosco.
Giorno 2, venerdì 6 settembre
Come da programma occorre raggiungere in auto Canazei per accompagnare Raimondo a ritirare la bici. La colazione è quindi fissata alle 8 a cui si presentano in orario Roberto, Raimondo ed Alfonso. Poche e confuse notizie sul Presidente, ancora alle prese con la sistemazione dei bagagli. Alfonso e Raimondo partono per Canazei, accorgendosi mestamente che ha già iniziato a piovere. Tornato poi in hotel Alfonso, con Roberto ed il finalmente pronto Gene, sistemano i bagagli che saranno ritirati dal taxi e, inforcando le bici, si muovono verso Canazei.
Alle 9 circa, siamo pronti per partire (occorre infatti attendere che Gene perfezioni gli ultimi acquisti), ci dirigiamo verso l’impianto Belvedere.

Arrivati in quota ci rendiamo subito conto che la giornata sarà molto dura. Pioggia battente e gelata, nebbia fitta e nessun altro biker all'orizzonte. Chiusi gli impermeabili ci dirigiamo in direzione nord est, lungo un tratto in discesa molto largo. Al primo tornante ecco l’immancabile osservazione di Raimondo che, notata una freccia con scritta “MTB”, propone di abbandonare la traccia e lanciarsi in questo sentiero sconosciuto. Borbottando, dopo pochi minuti, si convince e continuiamo sulla strada maestra. Dopo esserci riparati sotto un ponte, percorriamo a buon ritmo un single track che ci porta alla base dell’impianto Fodom.



Arriviamo già completamente bagnati e con un inizio di ipotermia. Saltiamo sull'impianto ed arrivati a monte, al passo Pordoi, cerchiamo un negozio dove acquistare uno scaldacollo per Raimondo e dei guanti invernali per Generoso. Roberto non avverte il freddo; lui è già in estasi tra le sue amate montagne. Alfonso, ben conscio del fatto che occorre percorrere altri 45km in quelle condizioni, comincia ad elaborare un piano b.
Dopo 2km su strada bianca imbocchiamo un trail, che in condizioni di sole sarebbe straordinario, mentre oggi è un budello di roccia e fango. Nonostante il supporto dei motori Bosch facciamo una fatica immane ad avanzare. Le catene sono avvolte dal fango e occorre fermarsi in continuazione.


A tratti il sentiero è interrotto da frane e slavine.
Generoso incontra più problemi degli altri e si attarda. Alfonso e Roberto si fermano e lo attendono, urlando il suo nome nella nebbia. Dopo aver pensato al peggio e valutando già di chiamare il soccorso alpino, mezzora dopo finalmente scorgiamo l’inconfondibile sagoma del presidente.

In condizioni abominevoli, coperto di fango, è riuscito con le nude mani a rimuovere la massa di terra che bloccava le ruote e riprendere il cammino. Inoltre, non poteva darci notizie perché il suo iphone 10 si era guastato, probabilmente a causa della pioggia.
Ci rimettiamo in sella e riusciamo a pedalare un po lungo la cresta del monte Burz. Pur avvolti nella nebbia questo tratto è spettacolare.












Le condizioni meteo non migliorano. Il sentiero comincia a scendere verso valle, ma il fango è ancora il problema principale. Stavolta i maggiori problemi li affronta Alfonso. La ruota posteriore è bloccata: fango e roccia si sono incastrati nel movimento centrale. Con un ramo Alfonso libera il più possibile gli ingranaggi ma dopo poco avviene l’irreparabile. Il forcellino del cambio si piega ed entra nei raggi. Sotto la pioggia, con il resto del team lontano, Alfonso effettua una prima riparazione, riportando il forcellino in posizione. Non può però pedalare e camminando raggiunge gli altri, che intanto si erano riparati nel bellissimo rifugio Burz.
Siamo da poco più di 3 ore in bici, e ci rendiamo conto che non è possibile proseguire. Intanto ci spogliamo e proviamo a riscaldarci nel rifugio. Ovviamente siamo gli unici ospiti. La situazione è alquanto tragica: bici di Alfonso gravemente danneggiata, seggiovia chiusa, siamo completamente fradici, la pioggia ha aumentato di intensità e poco più di 4 gradi all'esterno. Ma la buona stella del team Bike&Ski fa il suo lavoro. Ci mettiamo a chiacchierare con il simpatico gestore del rifugio e scopriamo che Ignazio (il nome di questo nuovo amico sarà iscritto nel libro d'oro dei benefattori del team) è un campano doc (costiera amalfitana), già da anni attivo nella ristorazione in Trentino. Dopo un veloce pranzo nel rifugio Ignazio, mosso a evidente compassione, ci propone di accompagnarci a valle con il suo pickup. E’ la soluzione !
I nostri volti tornano a sorridere. Dopo aver lavato rapidamente le bici e rimosso almeno l'80% del fango (dettaglio importante per il prosieguo della storia), sistemiamo le bici sul pickup e prendiamo la ripidissima strada sterrata verso valle.
Arriviamo ad Arabba in una ventina di minuti, qui prendiamo un taxi che, con il riscaldamento a palla, ci porta a Corvara.

Arrivati in hotel, il Garni Raetia, sistemiamo le bici nel loro garage e in una saletta nel seminterrato proviamo a lavare i nostri impermeabili. Qui veniamo ripresi aspramente, ricevendo una "cazziata" memorabile. Il giovane gestore del garni, scende nel garage e si occupa delle nostre bici. Pur con aplomb trentino, ci dice poi che è assurdo aver lasciato le bici in quello stato, mancando di rispetto prima alle bici e poi all'hotel per essere entrati con tutto quel fango: "Un buon biker pensa prima a pulire le bici e poi a se stesso", afferma con sorriso sardonico. Ci cospargiamo il capo di cenere, ammettiamo le nostre "colpe", ma in cuor nostro siamo felici e sereni dopo essere sopravvissuti alle difficoltà della giornata, giungendo vivi a Corvara.
Una volta tornato in condizioni civili, il presidente si reca nel vicino villaggio La Villa, dove il sempre non abbastanza lodato Ignazio, ci aveva indicato un negozio con un devices baking oven (ndr. forno di essiccazione per cellulari). Gene consegna il suo iphone 10 e riceve un innovativo Nokia 6010 come muletto.
Dopo una giornata così occorre recuperare le energie e decidiamo di cenare nel miglio ristorante di Corvara, l'Adlerkeller, ovviamente scelto dal nostro stellato membro del team, Roberto. Posto molto caratteristico, cena spettacolare e vino di buona qualità (il Presidente comunque avrà qualcosa da ridire).




Giorno 3, sabato 7 settembre
Le previsioni meteo continuano ad essere negative; in Val Badia (e in Val Gardena) però la pioggia è prevista a partire da 12. Dopo aver ricomposto i bagagli ed fatto una "frugale" colazione a base di uova, speck, formaggio, prosciutto, cornetti, torte e succo d'arancia, ci dirigiamo verso La Villa, dove occorre riconsegnare il muletto nokia. La bici di Alfonso fa dei rumori strani, il forcellino sembra non essere pienamente funzionante. A pochi metri d'albergo c'è un bellissimo negozio per bikers, dove Generoso acquista ancora qualcosa. Questo stop si rivela fondamentale: Alfonso prova a forzare la pedalata e il forcellino collassa e si spezza. Ci rivolgiamo al super-professionale meccanico del negozio che ci dice: "siete fortunati ho il pezzo di ricambio, in mezzora vi riparo la bici". Felici per questo secondo miracolo immortaliamo il momento con un selfie di gruppo e poi ci separiamo. Rob e Gene vanno a La Villa, mentre Raimondo ed Alfonso attendono la riparazione della bici, profittando dell'ospitalità di questo spettacolare negozio.



La bici viene riparata come promesso in poco meno di 30 minuti (per la cronaca il gestore ci fa pagare solo il pezzo di ricambio, 24€, mentre per la manodopera ci dice che contatterà chi ci ha noleggiato al bici; senza parole, organizzazione spettacolare). Da La Villa le notizie non sono buone, il telefono di Gene è definitivamente ko. Il presidente acquista quindi il Nokia. Decidiamo di raggiungerli per poi proseguire il giro di oggi. Percorriamo una ciclabile molto bella. lungo un torrente e in 15 min siamo di nuovo insieme.


Al momento non piove e, su suggerimento di Raimondo, decidiamo di effettuare un anello, prendendo l'impianto di Piz La Ville e scendere poi per Braia Fraida. Alfonso è un po' turbato, dovendo abbandonare la traccia ma è sereno avendo al loro fianco l'enciclopedico Roberto, esperto della zona. E infatti non ci perdiamo (incredibile, vero?) e dopo una bella e veloce discesa siamo nuovamente a Corvara.


Da Corvara lungo le bellissime ciclabili ci dirigiamo verso Colfosco, per raggiungere l'impianto Frara. Spingiamo sui pedali per salire in quota prima che la pioggia arrivi. Generoso comincia la sua battaglia psicologica con le tacche della batteria della sua e-bike, conscio che se dovesse rimanere senza batteria, sarebbe impossibile pedalare su una bike di 28 kg.
Dopo altre foto sulle splendide scritte 3d dei vari villaggi, arriviamo all'impianto e saliamo in quota.



Qui la situazione è nuovamente complicata. Nebbia e pioggia battente sono già le protagoniste della mattinata. Pochi bikers e qualche sparuto gruppo di trekking ci fanno compagnia lungo i primi metri del sentiero. Nuove discussioni sul da farsi: il piano originario è non più sostenibile. Due le scelte: scendere a valle con l'impianto e rinunciare, oppure salire ancora, pedalando fino all'impianto Dantercepiese per poi lanciarsi sul trail fino a Selva Val Gardena. I nostri eroi con immutata fede nelle loro forze (e nella buona stella B&S), dirigono la ruota verso l'irta salita del Dantercepies!
Le condizioni meteo sono veramente al limite. Indossiamo tutto quello che abbiamo negli zaini e raggiungiamo la vetta a 2391m poco dopo mezzogiorno. Decidiamo di non fermarci al rifugio, e senza esitare ci buttiamo nel ripidissimo sentiero tra le rocce.



L'adrenalina della discesa e la massima attenzione ai passaggi tecnici ci fanno dimenticare le temperature polari ed arriviamo indenni, dopo circa 30 minuti, a Selva di Val Gardena. Qui ci dirigiamo verso l'ennesimo impianto, Ciampinoi, per tornare nuovamente oltre i 2000m del passo Sella (qualche lettore penserà al vago masochismo del team, ma sicuramente non gli amanti della MTB).



Inutile dire che la pioggia è ancora incessante. Siamo tutti a 2 tacche su 5 di batteria (Gene a 1!) e occorre ancora salire fino al passo. Generoso pretende una sosta in un rifugio, il resto del team si oppone. Non possiamo toglierci gli abiti fradici e indossarli nuovamente. Il problema è che Generoso ha perso la sensibilità delle mani e non riesce più a proseguire. Decidiamo quindi di fermarci ma di attendere solo qualche minuto sotto la tettoia del rifugio. Gene prova a riscaldarsi e dopo poco ci da pollice alto (non sapremo mai se per comunicarci un ok o per il congelamento dello stesso). CI rimettiamo in sella, cambiando percorso (quello ufficiale stranamente prevede una tratto con scaloni in salita). Roberto ci guida sul crinale del passo e qui vediamo finalmente la strada che porta a valle. Immancabile qualche foto al passo Sella e poi a tutta birra verso Canazei.




Arriviamo a Canazei verso le 14. Qui laviamo subito le bici (forse abbiamo imparato la lezione) e poi cerchiamo di pulire i nostri impermeabili, che comunque almeno per il fango hanno fatto egregiamente il loro lavoro. Rimangono da percorrere circa 2km fino a Campitello di Fassa, ma decidiamo di fermarci a Canazei e consumare un leggero pasto, a base di uova e speck, fettuccine alle erbe e tartufo e tris di canederli, con strudel finale.

Giunti in hotel, decidiamo di utilizzare il loro piccolo centro benessere per una tonificante sauna, che ci restituisce parte del calore perso sulle vette dolomitiche.
Serata al "nostro" ristorante di riferimento di Canazei, ovvero El Pael, gestito dal sommelier campione d'italia 2018. Questa volta però di indimenticabile rimarrà solo il prezzo, molto ma molto salato.

Giorno 4, domenica 8 settembre
Il programma per oggi prevede i 7 trails del Fassa bike park. Ma con la pioggia che, anche in quest'ultimo giorno, cade copiosa e battente viene sostituito da un giro cross-country tutto pedalato. Dobbiamo arrampicarci per 700m di ascesa lungo una stretta gola per raggiungere la mitica Val Duron. Il piano viene discusso durante la colazione e non sembra esserci grande motivazione. In effetti siamo un po' stanchi di pedalare sotto la pioggia ma non esistono valide alternative. Liberate le camere ed effettuato il check out, indossate maglie termiche ed impermeabili ci muoviamo in direzione sud ovest.
La salita è ripidissima, per noi è già faticosa con le e.bike, pensiamo sia praticamente impossibile per le muscolari. Proviamo un sentiero sterrato, ma la pendenza mista a fondo roccioso bagnato rende l'ascesa proibitiva. Decidiamo quindi di restare sul sentiero principale meno ripido e con un fondo di ghiaia.




Dopo circa 7 km arriviamo nella vallata, al rifugio Micheluzzi, Roberto propone di pedalare ancora lungo il fondo valle, in direzione dello Scillar, vaneggiando di voler arrivare alla lontanissima valle di Suisi. Generoso è già da un po' che chiede di tornare. Raimondo propone di spingersi ancora in avanti per un paio di km. Nuovamente la sua proposta viene accolta dal gruppo e Raimondo, stupito e perplesso che una sua idea fosse stata accolta, si mette alla testa del gruppo in direzione Scillar.
La foschia ci consente solo di intravedere le vette del massiccio. Decidiamo quindi che per quest'anno l'avventura dolomitica è finita. Foto e rientro in Hotel.






La breve durata del giro mattutino ci consente di preparaci con calma per il viaggio di ritorno. Lasciate le bici a Canazei elemosiniamo un passaggio a Campitello di Fassa dove l'hotel ci mette a disposizione il centro benessere per doccia e cambio. Lasciamo l'hotel verso le 12 e dopo un'ora, in direzione Trento ci fermiamo in un bel ristorante ai piedi di una immensa tenuta vinicola. Il pranzo è ottimo e alle 15 siamo già a Trento dove il team si divide. Rai, Rob e Gene tornano in treno a Napoli (dove per la cronaca ci sono 40 gradi !) ed Alf in auto a Savona.

Gli elementi atmosferici hanno cercato di fermarci, ma il team Bike&Ski ha dimostrato ancora una volta di essere in grado di superare ogni difficoltà. Non vediamo l'ora di rimontare in sella e raccontravi la nostra prossima avventura !!!
