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Diecimare

  • Immagine del redattore: Alfonso Calabrese
    Alfonso Calabrese
  • 10 apr 2022
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 29 mar

25,7 km; 780 md+; traccia; video; relive


Ancora monti Picentini. Il secondo weekend di Aprile lo dedichiamo di nuovo a quest'area, in passato poco battuta, ma piena di trail e scorci veramente belli. Per oggi Alfonso ha preparato un anello con base a Cava dei Tirreni di difficoltà medio alta. Oggi, sabato 9 Aprile siamo un 4: con il direttore Alfonso pedaleranno il motivatissimo Nicola, il pimpante Andrea ed il granitico Raimondo. Quest'ultimo era in forse a causa della rottura del perno della ruota posteriore, avvenuto domenica scorsa nelle gole del Tusciano. A venerdì ore 19 il perno non è ancora arrivato. Poi per magia a fine serata la fumata bianca: disponibili e montati un perno originale Cube ed nuovo pneumatico sulla ruota anteriore. Finalmente una bici in ordine per Raimondo. Poi però vedremo che per il nostro Peppe X, le noie meccaniche non sono affatto finite.


Ci ritroviamo a Cava in zona mercato. Il primo ad arrivare è come detto il motivatissimo Nicola, che effettua un sopralluogo e riserva 3 bei posti auto per se ed gli amici in arrivo. Alle 8.45, come orologi svizzeri, Andrea e la immarcescibile coppia Alfonso e Raimondo arrivano al ritrovo.


Set up rapido delle bici e ci mettiamo in moto in direzione San Liberatore. Dopo un veloce trasferimento in discesa inizia la salita verso le frazioni di Arcata, Marini ed infine di Alessia.

Inizialmente questo percorso era stato immaginato da Alfonso in senso opposto, ovvero con salita sul versante nord (Santa Lucia) e discesa lungo la strada che ora stiamo percorrendo. Dopo un check in settimana con l'esperto Carmine, Alfonso ha poi deciso per l'inversione del percorso.

Ci dirigiamo quindi fiduciosi e sempre rigorosamente in salita verso il colle dove domina la croce e l'eremo di San Liberatore (qui il racconto del trail con Alfonso, Mario ed il nostro amato presidente Generoso, nel Marzo del 2019). Oggi la giornata è coperta e grigia e tante sono le nuvole che coprono le sommità dei monti. Nicola e Raimondo ammirano la vetta del colle completamente coperta di nuvole e "vanno a fiducia", ascoltando ricordi di Alfonso dell'avventura del 2019.





Dopo aver atteso Raimondo ed Alfonso, che come dei bimbi si divertono a scendere su un costone di roccia, proseguiamo ed entriamo in un fitto bosco di querce.



Incrociamo un paio di e-bikers (di cui uno di poco meno di 70 anni !), ai quali chiediamo dettagli del percorso. Più avanti infatti dovremo effettuare un piccolo anello e non siamo sicuri se sia meglio effettuarlo in senso orario o antiorario. Il loro consiglio è il senso antiorario. Un perplesso Alfonso ringrazia ma rimane, come sempre, nelle sue convinzioni (per lui è meglio l'orario).

Continuiamo a pedalare. Il bosco è frustato dal vento. Qualche goccia di pioggia ticchetta sui nostri caschi, ma noi non ci spaventiamo e proseguiamo. Chi comincia ad essere preoccupato è il nostro Raimondo. Lungo la salita infatti più volte si è fermato a causa del cambio: la catena continua a saltare quando il nostro granitico biker utilizza il pignone più grande (ovvero la marcia più leggera, quella per le salite toste). Insomma la sua bike non trova pace. Il rumore sordo della catena che salta ci accompagnerà, con regolarità, per tutto il giro di oggi.


Arriviamo al piccolo anello che prendiamo nel senso indicato dai bikers e, dopo un paio di svolte errate, sbuchiamo sul trail a strapiombo su Salerno. Uno spettacolo da lasciare a bocca aperta, pur con un tempo grigio come oggi. E foto a gogo !






Durante il trail incrociamo in senso opposto atri bikers (evidentemente il senso previsto da Alfonso era quello giusto. ndr). Ad ogni modo ci godiamo anche la parte finale con una veloce discesa e giungiamo nuovamente sul sentiero principale.



Con gli occhi pieni del paesaggio appena ammirato e le orecchie colme dei "trac-strac- trastacatac" della catena di Raimondo, proseguiamo nel trail nel bosco. Nicola si complimenta con Alfonso per il giro. Andrea pedala spedito e sicuro anche sui tratti di maggiore pendenza. Alfonso è taciturno, impegnato ad elaborare a mente la traccia ed altre possibili varianti. Raimondo bestemmia in aramaico ad ogni salto di catena.


Torniamo sull'asfalto e pedaliamo per 20 minuti in leggera salita. La pendenza consente a Raimondo di alleggerire la marcia, il che ci risparmia per un po' la tortura acustica. Giungiamo nella frazione di Croce, siamo al chilometro 10 di 25 e ci fermiamo qualche minuto a riposare.



Superata Croce, continuiamo a salire per altri 2 km per poi scendere, sempre su strada asfaltata, per circa 3 km fino al cancello della riserva Diecimare. Entriamo nella riserva e davanti a noi una salita al 20%. Ma nulla spaventa Nicola ed Andrea che si lanciano senza indugio. Raimondo setta di nuovo la marci tric-trac, ma dopo poco è costretto a scendere ed a spingere la bike. Stessa fine per Alfonso poco dopo.




Continuiamo tra tratti in salita e brevi discese per altri 4 km. Siamo nel cuore della riserva Diecimare, area protetta ricadente nei comuni di Cava dei Tirreni e Mercato Sanseverino. Fu istituita nel 1980 ed oggi è gestita da WWF Italia. Il comprensorio si stende per 444 ettari e grazie alla collaborazione con l'associazione Terra Mia, sta ritrovando in questi ultimi anni un nuovo slancio.


Noi ci perdiamo un paio di volte, e stranamente Raimondo non commenta più di tanto. Siamo stupiti dal fatto che oggi Raimondo si dedichi soprattutto all'identificazione di ogni singolo albero, pianta e cespuglio. Come proposto da Nicola, oggi Raimondo è in versione Peppa Flora !


Dopo l'ennesima accelerazione in salita, annoveriamo anche la rottura del sellino di Andrea. Ora dovete sapere che per un ciclista il peggior incubo, superiore anche ad una caduta in un burrone, è la rottura del sellino e la conseguente spinta e penetrazione del tubo sella nel fondoschiena del biker. Raimondo guarda preoccupato il sellino che Andrea ha rimesso a posto con una soluzione molto precaria. Ci auguriamo tutti che nella discesa finale il divertimento per Andrea sia soltanto la discesa e non qualcos'altro.


Pedaliamo ancora nella riserva e sfrecciamo in una piana tra i cavalli allo stato brado.





Siamo quasi alla vetta ed all'inizio della agognata discesa finale. C'è però da superare un ennesimo ostacolo: il nostro sentiero è interrotto da una grossa frana. Bici in spalla effettuiamo una breve deviazione e siamo pronti per il trail "la quercia": una ripida discesa su fondo di sassi e rocce.


Percorriamo senza intoppi ne altre "brividi" per Andrea ed arriviamo a valle in meno di 20 minuti. Ma sono minuti di guida attenta ed adrenalinica.








Pedaliamo poi fino alle auto, ma con una nient'affatto gradita salitona finale sotto un sole ora assai caldo. Per oggi l'avventura è finita. Siamo sicuri che torneremo su questo trail per ammirare i fantastici panorami in una giornata di sole. Per ora è tutto. Grazie dell'attenzione ed alla prossima avventura.





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