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Dolomiti Dream 2020

  • Immagine del redattore: Alfonso Calabrese
    Alfonso Calabrese
  • 25 set 2020
  • Tempo di lettura: 13 min

Aggiornamento: 6 feb 2024

Anche quest'anno non potevamo non tornare nella terra per eccellenza della mountain bike, le Dolomiti, paradiso incontrastato dei bikers. Visto che su quelle montagne è impossibile avere una proiezione attendibile delle condizioni meteo, consci che la pioggia aveva reso molto complicate le precedenti esperienze, ad inizio agosto decidiamo di acquistare i soli biglietti aerei, con l'idea di confermare la partenza pochi giorni prima della data stabilita e quindi minimizzare la perdita economica per un eventuale annullamento.

Prima di partire per le vacanze estive aderiscono al progetto Alfonso, Nicola, Raimondo e Roberto. Siamo in quattro ma nei nostri cuori abbiamo sempre il nostro grande presidente Gene, protagonista indiscusso delle avventure dolomitiche del passato. Sappiamo che anche quest'anno Gene sarà con noi, in regia d'alto del cielo.

Trascorriamo l'estate provando a restare in forma. Ma il destino è beffardo proprio con chi tra noi 4 si stava allenando con grande serietà ed abnegazione. Il sempre scattante ed in forma Nicola, durante una sessione di allenamento in bici da strada cade rovinosamente e si procura una sublussazione della spalla destra. Proverà a recuperare ma a pochi giorni dalla partenza dovrà dare forfait. La delusione è forte tanto più che il meteo promette sole per tutto il weekend.

Al forfait di Nic si contrappongono però le adesioni delle nuove "giovani" leve del team, Gerardo ed Emilio: possiamo quindi definire nel dettaglio il programma del Dolomiti Dream 2020.

Partenza venerdì 18 settembre con arrivo a Verona alle 17, base a Selva di Val Gardena e rientro a Napoli lunedì 21 di primo mattino. Il primo giorno prevediamo di percorrere il celeberrimo Sellaronda. Valicando i 4 passi Gardena, Campolongo, Pordoi e Sella, affronteremo 70km attraversando la Val Gardena, Val Badia, Arabba e Val di Fassa. Per il secondo giorno, ipotizziamo di pedalare attraverso l'aspra Val Duron, 43km e 1200m, percorso a cui Roberto tiene particolarmente.



Come nelle centinaia di avventure che il team Bike & Ski ha macinato fin dalla sua fondazione, al divertimento si associano sempre imprevisti da superare. Avendo confermato il programma solo pochi giorni prima della partenza, non abbiamo prenotato le bici. Non siamo però preoccupati: in Trentino c'è una incredibile offerta di bici a noleggio, inoltre siamo quasi alla fine di una stagione con presenze, purtroppo, molto al di sotto delle passate stagioni. Il giorno prima della partenza, Alfonso però ha come una premonizione e nel pomeriggio prova ad effettuare la prenotazione delle 5 e-bike. Il primo negozio per le date interessate ha il tutto esaurito. Il secondo ha solo taglie per bambini. Il terzo tentativo e poi i successivi 5 non sortiscono miglior risultato. La situazione è seria. Rischiamo la beffa: sulle Dolomiti, con il sole e ... a piedi !


In serata Alfonso effettua una ricerca a tappeto di tutti i negozi di bike rent di tutta la Val Gardena e delle valli vicine ed invia decine di email, ripromettendosi di chiamare direttamente l'indomani mattina. A poche ore dalla partenza, grazie ad una stretta collaborazione tra Alfonso e Roberto, riusciamo a bloccare in un piccolo negozio di Selva, 4 ebike full taglia M (quindi un pelo piccole almeno per Rob, Alf e Rai). L'ultima e-bike per Emilio (per lui è necessaria una L) la scoviamo in quel di Ortisei. Primo intoppo superato. Per chi vorrà continuare nella lettura, ne seguiranno altri, tra deviazioni su trail impossibili, cadute, guasti meccanici, pioggia ...

In perfetto orario arriviamo a Verona, qui Emilio, eminente docente e vice preside del più illustre Liceo veronese (ma nell'ambiente si vocifera dell'intero Veneto, qualcuno si spinge a considerarlo il migliore del mondo occidentale) viene a prelevarci all'aeroporto. Ci dirigiamo quindi in quel di Selva di Val Gardena, dove Roberto ha individuato nel Garni Rubens la base per l'avventura di quest'anno.



Durante il viaggio in auto, Raimondo, grande esperto ed utilizzatore master black belt di Tripadvisor, effettua una veloce ricerca di mercato dei ristoranti per la serata, e dopo il necessario avallo di Roberto, prenota presso il ristorante dell'Hotel Freina, a pochi metri dal Rubens. Cena in perfetto stile gardenese, con gli immancabili canederli e strudellone finale.



Durante la "frugale" cena, discutiamo sul piano per l'indomani e sulla variazione apportata al tour ufficiale Sellaronda. L'idea è quella di prendere un sentiero dalla stazione monte di Portavescovo, sotto la Marmolada e di scendere fino al lago Fedaia per poi da lì raggiungere Canazei e riprendere il percorso ufficiale. Analizzando un video di un esperto biker, presente sul web, ci rendiamo conto che il sentiero è alla nostra portata e quindi, la variante viene approvata. L'indomani i nostri eroi capiranno che è meglio non fidarsi dei video sul web!



Rientriamo in Hotel e qui ci confrontiamo con la policy ecologista dell'anziano proprietario del Rubens: nonostante i pochi gradi sopra lo zero il riscaldamento d'estate non si accende. L'adrenalina per l'avventura di domani attraverso i famosi 4 passi ed il piumone tirato fin sopra la testa, ci consentono comunque di superare indenni la notte polare.


Giorno 1 - Il Sellaronda con variante della variante: il team si spacca al passo "ra Maronn"!

73 km; 620md+ (pedalati); traccia team 1; traccia team 2 ; 3D tour


Dopo una lauta colazione, alle 8 siamo fuori per ritirare le bici. Alfonso ed Emilio effettuano un'ultima veloce verifica su eventuali disponibilità last minute a Selva, ma hanno solo conferma del sold-out. Si recano quindi nella non lontana Ortisei e ritirano l'e-bike per Emilio. Alle 9 siamo nuovamente insieme e ci rechiamo all'impianto Dantercepies per iniziare il giro. Il sole troneggia nel cielo e le prime immagini dalla vetta sono spettacolari.



Il primo tratto, da Selva a Corvara, prevede 2 veloci single track ed altri tratti meno complessi su strade bianche.




Pronti via e c'è già la prima caduta. L'impavido Gerardo si lancia sulle paraboliche del Cir Giara con piglio deciso, ma in uscita da una curva si avvicina troppo al bordo del sentiero e si sbilancia. La caduta è spettacolare, così come il colpo di reni di Gerardo, che atterra sulle ginocchia e in pochi secondi è di nuovo in sella. Nei successi minuti, Alfonso si metterà alle sue spalle indicandogli la corretta postura e come orientare il peso del corpo. Gerardo riprende gradualmente fiducia e l'evento è subito dimenticato (basta non guardare le copiose sbucciature presenti su entrambe le ginocchia del malcapitato).



Emilio, altro "junior" della MTB, sembra invece già un esperto discesista e pur restando incollato al sellino (cosa tecnicamente sbagliata), domina senza esitazione alcuna tutte le asperità del terreno. Arriviamo senza altri intoppi a Corvara, intorno alle 10.30.



Roberto propone di non prendere l'impianto Col Alt a Corvara, ma bensì di raggiungere La Villa, a 5 Km da Corvara lungo la bella pista ciclabile e salire con l'impianto Piz La Villa. Sappiamo che Roberto, da decenni assiduo frequentatore di queste montagne, ama l'improvvisazione e la continua variazione del programma. Si decide quindi di andare verso La Villa. Roberto, Raimondo e Gerardo si lanciano in avanti, staccando di un paio di minuti Alfonso ed Emilio. Per dei lavori in corso, la pista ciclabile è interrotta con deviazione lungo la strada asfaltata per 2 km; sulla destra è presente anche un secondo sentiero che si inerpica nel bosco. Quando Alfonso ed Emilio arrivano alla deviazione non c'è traccia del resto del team. I due seguono la deviazione lungo la strada asfaltata per poi riprendere la ciclabile; degli amici però nessuna traccia. Dopo vari tentativi telefonici, ci rimettiamo in contatto: Roberto, Raimondo e Gerardo avevano preso il sentiero nel bosco, asserendo che la freccia indicasse proprio il sentiero a destra. Si erano fermati nel bosco spettando Alfonso ed Emilio, che invece erano già sotto l'impianto. Segue prova fotografica della freccia che indica la deviazione a Sinistra :D



Poco male ma è l'occasione per Alfonso di ricordare a tutti che non conviene separarsi. Ma mai queste parole furono cosi premonitrici di ciò che accadrà di lì a poco.



Preso l'impianto di Piz la Villa, saliamo nuovamente sopra i 2000 m e ancora una volta siamo conquistati dalla bellezza di queste montagne. Ci sarebbe da fotografare per ore, ed in effetti gli scatti sono numerosi, compresi quelli ricevuti e fatti ad una giovane e malcapitata coppia di ragazzi siciliani, che, scattata qualche foto al team, si debbono poi sorbire le lezioni di composizione fotografica e la teoria sulla legge dei terzi, tenuta da un didascalico Alfonso.



Ci mettiamo in sella e ci dirigiamo verso il rifugio Pralongià, pedalando su veloci discese e lunghi tratti in forte salita. Arriviamo quindi ad un nuovo single track, il Flé, molto molto divertente, che percorriamo indenni tutto di un fiato.




Prendiamo poi l'impianto Campolongo e scendiamo lungo strade bianche e tratti che tagliano le piste da sci fino ad Arabba. Quest'anno riscontriamo un Raimondo particolarmente veloce e pulito nelle discese. Lo è talmente che né Gerardo né Alfonso, fotografi ufficiali dell'escursione, riescono ad immortalarlo facilmente. La troppa confidenza gioca un brutto scherzo a Roberto che cade, riportando un duro colpo al polso sinistro.




Siamo a 35km percorsi, a metà quindi del nostro tour. Di fronte a noi il complesso della Marmolada da raggiungere con l'impianto Portavescovo. Qui lasceremo il certo, ovvero il circuito Sellaronda che ci porterebbe al Passo Pordoi, per l'incerto, ovvero la variante del passo Padon fino al lago Fedaia. Siamo pronti e decidiamo di non fermarci per il pranzo a valle. Roberto propone di mangiare qualcosa una vota raggiunto il rifugio al passo Padon !



Presa la funivia di Portavescovo, ci dirigiamo verso sinistra e scorgiamo l'inizio del sentiero per il Fedaia. Il sentiero è ben indicato dalla segnaletica CAI, in bella vista però, c'è anche un segnale di "divieto di accesso per le biciclette", non è chiaro se si riferisca al nostro sentiero o ad un secondo che prosegue in direzione opposta o a entrambi. Cominciamo però a dubitare che il sentiero sia pedalabile ed in effetti in lontananza vediamo un complesso roccioso non molto invitante. Decidiamo comunque di seguire il programma, eventualmente scendendo dalle bici nei tratti più difficili. Dopo circa 400 metri il sentiero si inerpica tra le rocce. Roberto va in avanscoperta per altri 200 m. La situazione non sembra migliorare. Alfonso, spalleggiato da Raimondo, che aveva mal digerito la variante, propone di fare dietro front e tornare sulla traccia standard verso il Pordoi.



Torniamo quindi verso est e lasciamo alle nostre spalle la stazione monte della funivia, percorrendo il ripidissimo sentiero, per altro in manutenzione e con numerosi restringimenti per i lavori in corso.



Dopo circa 1 km ci fermiamo ad un bivio. La traccia per il Pordoi ci indica di girare a sinistra ma Roberto propone "la variante della variante del Fedaia". Riportiamo brevemente in forma diretta il suo discorso: "Ragazzi fidatevi di me, in quella direzione (indicando un gruppo di cime indefinito all'orizzonte) possiamo raggiungere il passo Padon. Lo raggiungeremo dall'altro versante rispetto al primo tentativo e quindi scenderemo verso il Fedaia. Io conosco questo punto ed il rifugio al passo Padon merita una visita. Fidatevi, sarà una passeggiata !". Alfonso è preoccupato, questa variante bis non è stata affatto studiata a tavolino e non sappiamo a cosa andremo incontro. Raimondo si chiude in un ostinato mutismo. Gerardo ed Emilio per il momento non prendono posizione. Alla fine vince la determinazione di Roberto e giriamo a destra.



Continuiamo a scendere per 1 km circa, poi inizia una salita impegnativa, anche per le e-bike, su pietriccio smosso. Il sentiero gira a destra dietro una cima e davanti a noi si presenta una salita con pendenza del 40%, (quarantapercento) su terreno franoso.

Roberto trascina con tutte le sue forze la pesante e-bike lungo la salita, seguito da Emilio ed un pimpante Gerardo. Alfonso e Raimondo urlano di tornare indietro: per loro è impossibile proseguire ed inoltre non sappiamo cosa troveremo dopo il passo Padon, che da questo momento in poi tutti chiameremo il "Passo ra Maronn". Tre giovani escursioniste, che percorrevano in discesa a piedi il sentiero, assistono divertite a questo confronto tra i due schieramenti. Alla fine si decide di separarci: Roberto, Emilio e Gerardo continuano a salire. Alfonso e Raimondo tornano indietro verso il passo Pordoi. L'idea è di ritrovarci in Val di Fassa a Canazei.

I 3 "scissionisti" riusciranno a guadagnare il passo, troveranno chiuso il Rifugio (la dura legge del contrappasso, ndr), scenderanno al lago Fedaia camminando nei punti più critici e pedalando e arriveranno con 1h di ritardo a Canazei.



Alfonso e Raimondo, tornano indietro e incontrano nuovamente le 3 escursioniste. Al loro passaggio le ragazze ridono ed una di loro dice "Ragazze ho vinto la scommessa, l'avevo detto che quei tipi sarebbero tornati indietro!". Ridendo con loro per non piangere, le salutiamo e raggiungiamo l'impianto Fodom percorrendo a tutta, due divertenti single track. Preso l'impianto, arriviamo al passo Pordoi dove imbocchiamo l'ennesimo single track Infinity, lunghissimo e difficile trail che ci conduce fino a Canazei.



A Canazei ci fermiamo per mangiare un boccone, scoprendo che alle 15 le cucine sono chiuse. Ci accontentiamo di un gelato ed attendiamo l'arrivo degli scissionisti. Alle 16.10 ancora nessuna notizia e cominciamo a temere di non poter prendere l'ultimo impianto per far ritorno a Selva. Dopo numerosi telefonate a vuoto, finalmente abbiamo notizie dei tre: sono alle porte di Canazei, con Roberto che procede lentamente per un guasto al motore della sua e-bike.

Alle 16.30 ci riuniamo e proseguiamo senza indugio fino a Campitello di Fassa (nostra base nelle passate edizioni nel tour dolomitico), dove prendiamo l'impianto del Col Rodella.

In cima Alfonso riesce a far ripartire il motore di Roberto e sfruttiamo gli ultimi raggi di sole per altre foto da "copertina"



L'ultima parte del giro prevede l'Icarus Trail, poi un trasferimento su un sentiero stretto tra le rocce e poi il single track Grand Paradiso ed i due trail in alternativa Easy Jump (Raimondo) e Family Line (tutti gli altri).




Siamo tutti abbastanza stanchi. Arriviamo comunque senza troppi danni prima delle 18 a Plan de Gralba e poi lungo l'ultimo trail di giornata fino a Selva di Val Gardena. Qui ci meritiamo un bel aperitivo al Pub La Stua.



Siamo tutti abbastanza stravolti dalla fatica ma ancora lucidi per scegliere il ristorante per la serata. Ancora una volta è Raimondo a prendere l'iniziativa e dopo un paio di tentativi andati a vuoto, prenotiamo in un ristorante di Ortisei da tipico nome gardenese, l'Ustaria da Checco.

Mangiamo molto bene e durante la cena cominciamo a discutere sul piano per domani. Il duro anello nella Val Duron ci sembra irrealizzabile per due ordini di motivi: il meteo prevede pioggia dalle 14 e siamo tutti stravolti dalla fatica del passo ra Maronn. Roberto cerca di resistere e convincere il team a non cambiare programma. Ci ripromettiamo di decidere l'indomani mattina ed intanto Alfonso preparerà un piano B. Della serata non abbiamo immagini, a riprova della stanchezza presente in ognuno di noi.


Giorno 2 - Val Gardena bike fun: le nuove cadute !

42 km; 350md+ (pedalati); traccia; 3D tour


La notte porta consiglio e alla colazione raggiungiamo rapidamente una decisione condivisa. Niente più Val Duron (anche iron man Roberto ammette di essere stanco); Alfonso presenta agli amici il nuovo piano articolato ma scalabile e flessibile. Si parte da Selva con l'impianto Ciampinoi, di qui si scende fino a raggiungere i divertenti trail fatti ieri dopo il Colo Rodella (Grand Paradiso, Family Line/Rasy Jump). Si torna quindi a Selva per prendere il Dantercepies, qui si ripercorre il trail della caduta di Gerardo e poi si piega sulla destra per immetterci nuovamente su Family Line.



Roberto approva e il resto del gruppo accenna ad un consenso basato più sulla fiducia che sulle reali capacità esplicative di Alfonso (da sottolineare che per illustrare l'idea Alfonso chiede a Raimondo almo 10 volte la mappa delle 4 valli).

Pronti via e si procede per l'impianto Ciampinoi. In vetta ammiriamo le cime che bucano un mare bianco di nuvole che coprono le valli.



Procediamo lungo un sentiero ripido e leggermente esposto fino alla base del Piz Sella. Qui incontriamo Luca, un simpatico biker modenese, che si unisce a noi per la giornata. Diventa il nostro fotografo per le foto di gruppo, che saranno come non mai numerose e senza il faccione di Alfonso in primo piano.




Ci incamminiamo lungo in sentiero con fondo roccioso in direzione del trai Grand Paradiso. Dopo pochi metri Gerardo ha seri problemi con la sua e-bike: la catena catena continua a fuoriuscire dalla sua sede. Emilio ed Alfonso risolvono dopo numerosi tentativi il problema e si riprende a pedalare. Alfonso un po' provato dalle attività ciclo-meccaniche e distratto dalla sua action-cam non vede un ostacolo e cade rovinosamente sul lato, fermando il suo viso a pochi centimetri da una pietra acuminata. Nonostante la velocità moderata, l'impatto è doloroso. Dopo un sorso d'acqua e qualche minuto di riposo però è di nuovo in sella.

Raggiungiamo il trail Grand Paradiso e ci lanciamo sulle curve paraboliche, già affrontate ieri.




Non si registrano altri eventi, se non una caduta di Emilio ed un paio di quasi-cadute di Alfonso e di Luca. In pochi minuti siamo sul Family Line e poi a Selva, che raggiungiamo verso le 10.30.



Senza esitazione alcuna ci dirigiamo alla funivia del Dantercepies, dove è d'obbligo l'ennesima foto di gruppo by Luca.



Alfonso divide la cabina con Raimondo e durante la salita si parla delle emozioni avute fin qui. "Rai - esordisce Alfonso - stavo pensando che fin qui è caduto Gerardo e Roberto. Stamattina è canduto Emilio end infine sono caduto io ...". Alfonso non completa la frase ma Raimondo è già partito con un energico e prolungato gesto scaramantico. Dall'alto scoviamo un nuovo trail che scende nuovamente a Selva e che sembra destare grande interesse in Raimondo. Quando siamo tutti su Raimondo propone di scendere su questo trail e poi risalire in funivia. Sarebbe una nuova variante, su un trail molto ripido ed impegnativo. Roberto, nonostante il forte dolore al polso accetta la sfida a cui si unisce anche Luca. Emilio, Gerardo ed Alfonso propongo di attendere lì al rifugio. Dopo circa 40 minuti i 3 sono di nuovo in quota e il team consuma un frugale aperitivo.



Decidiamo di assistere ai primi 20 minuti del primo match di campionato Parma Napoli e poi, anche spinti dal deludente ritmo della partita, ci dirigiamo verso il prossimo trail. Gerardo è ovviamente timoroso: ieri su questo trail è caduto rovinosamente. Ma l'impavido guerriero non esita e passa veloce e sicuro in ogni curva.

Voltiamo verso destra ovvero verso il passo Gardena ed attraversiamo una lunga valle fino ad arrivare nuovamente al Family Line e quindi a Selva.




Non sono ancora le 15 e il tempo sembra tenere. Raimondo popone "Ragazzi è presto e sicuramente non pioverà. Perché non rifacciamo nuovamente il giro Ciampinoi, Grand Paradiso e Family Line ?". Emilio e Gerardo decidono di passare e rientrano in Hotel. Alfonso, Roberto e Luca accettano la sfida e si recano verso l'impianto.

Il tempo di arrivare in cima e ... inizia a piovere !

Indossiamo in tutta fretta i k-way e proseguiamo. La pioggia dura poco ma sappiamo bene che troveremo i trail viscidi ed insidiosi.

Intatto al passo Sella incontriamo un ragazzo ed una ragazza in difficoltà. Il ragazzo ci chiede da dove poter scendere verso Ortisei in sicurezza (siamo a 2000 m), in quanto la ragazza è alle prime armi. Indichiamo la strada meno complicata che comunque prevede ripidissime discese. Leggiamo il terrore nella povera ragazza; siamo certi che il fidanzamento non arriverà al giorno seguente.

Intanto superato il breve tratto roccioso (stavolta Alfonso non cade) arriviamo al trail in discesa.

La Grand Paradiso, fatta senza problemi ieri e stamattina, è una Caporetto. Cadono nell'ordine e sulla stessa curva parabolica prima Roberto e poi Alfonso. Non va meglio a Luca che si spiaggia poco più avanti. Raimondo resiste ma deve capitolare sull'ultima curva dell'ultimo trail Easy Jump dove sbaglia l'assetto in una parabolica e si ritrova a terra in poche frazioni di secondo.

Intanto Luca ed Alfonso incontrano nuovamente la giovane coppia quasi alla fine del Family Line: i due sembrano ancora andare d'accordo anche se il fango sui vestiti di entrambi indicano chiaramente i numerosi capitomboli in cui si saranno imbattuti.

Arriviamo poco prima delle 16, ben stanchi, bagnati e felici all'Hotel e dopo una abbondante e calda doccia siamo pronti per il rientro.



Festeggiamo il pieno successo di questa nuova avventura a Verona, in compagnia di Carmen, paziente e comprensiva moglie di Emilio, in un superbo ristorante Argentino, gustando dell'ottimo Angus e pasteggiano con la sangria, immaginando la reazione di Gene, grande amatore dei vini strutturati, per questa scelta sconsiderata. Qui finisce il racconto ... ma non finiscono le avventure del glorioso team Bike & Ski.





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