top of page

Helicopter Ski Tour 2025

  • Immagine del redattore: Roberto Laringe
    Roberto Laringe
  • 27 gen
  • Tempo di lettura: 37 min

Aggiornamento: 1 feb




Introduzione

Quest'anno Roberto ha deciso di anticipare a Gennaio lo ski tour pur sapendo di incrementare, così, il

rischio di cattivo tempo non solo con riferimento al freddo ma anche all'assenza di sole. D'altro canto si parte, però, sicuri di trovare una neve perfetta per tutto l'arco della giornata cosa che, negli ultimi anni, non è mai accaduto a Febbraio inoltrato.

Il tour prescelto, prenotato con largo anticipo, prevede rifugi e comprensori completamente diversi rispetto a quelli dello scorso anno eccezion fatta per Cortina. Anche l'albergo di partenza nella Val di Fassa cambia. Non più il Monzoni di Pozza ma il Soggiorno Dolomiti di Campestrin ancora più vicino al punto della partenza sci ai piedi. L'itinerario è studiato per vivere appieno, e non solo di passaggio (come è capitato in tanti ski tour del passato), il comprensorio di Plan De Corones il " panettone" che divide la Val Pusteria dalla Val Badia con le Dolomiti d'Ampezzo sullo sfondo, protagoniste, le ultime, del bike tour estivo con tappa a San Vigilio di Marebbe. La circostanza che il noto rifugio Graziani accetta prenotazioni solo di due notti torna utile per ritornare su un rifugio sempre apprezzato negli anni addietro da Roberto e Generoso, quando era possibile pernottare anche per una notte sola. Un'ultima analisi, ovvero quella di evitare il lungo e noioso trasferimento da Plan de Corones a Cortina Cinque Torri, ci fa propendere per un possibile up grade: un elicottero per trasferire il gruppo tra le due vette ed atterrare ad Averau sulla sommità dove è posto il nostro ultimo rifugio, lo Scoiattoli. Un up grade che, tutti sanno, condizionato al bel tempo che oltre a far volare in tranquillità assicurerebbe anche uno scenario spettacolare.

Al tour di quest'anno si aggregano Alfonso (Fofò) e Nando mentre con sommo dispiacere ( e non solo da parte sua) è costretta a rinunciare Laura trattenuta da improrogabili impegni professionali, importanti per la sua carriera, in quel di Londra


Il Viaggio

Quest'anno Roberto propone di effettuare il viaggio in treno come accaduto spesso in passato, ma non con un gruppo così numeroso. La scelta non si rivelerà particolarmente felice e ciò per diversi fattori. Il primo problema da affrontare è il trasferimento di parte di sci e scarponi, almeno per coloro che non partono da Napoli ma si aggregheranno strada facendo. Così Roberto decide di spedire sci e scarponi di Luca, in arrivo da Amsterdam, perchè impossibilitato a caricarseli in aggiunta ai suoi bagagli. Stessa scelta per Agostino con Valentina proveniente da Barcellona via Milano e per Lucia e Monica che si aggregheranno provenienti da Milano dove sono per impegni di lavoro, La stessa scelta viene condivisa da Sasà e Nando e Noemi. Il venerdì precedente la partenza, abbondantemente in anticipo, ci premuriamo di imbarcare i bagagli per assicurarci che vengano consegnati nell'albergo di partenza in tempo per l'inizio del tour previsto per il giovedì successivo. Il modico costo ci sorprende non poco: 90 euro per 7 paia di sci e scarponi e 2 caschi!

Ad Afragola pronti per la partenza ci sono Roberto, Sasà, Agostino, Nando, Noemi, Marco, Fofò e Maria Laura. Tutti in netto anticipo nonostante l'ingorgo per entrare in stazione e la minaccia di possibili ritardi del treno per il caos nel trasporto ferroviario generato il giorno precedente. Il treno registra poco più di mezz'ora di ritardo giusto in tempo da consentire al gruppo le provviste da consumare durante il viaggio ed a Sasà di provare, novello modello, il nuovo smanicato del gruppo.







Durante il viaggio apprendiamo che Valentina è in perfetto orario e pronta a salire sul nostro frecciarossa una volta a Verona. Leggermente in ritardo Lucia e Monica che comunque potranno, prenotando il treno successivo, arrivare a Bolzano entro le 18 e 30 orario in cui è prevista la partenza della navetta per Campestrin. Non rassicuranti, invece, le notizie sull'arrivo di Luca. L'aereo proveniente da Amsterdam per Milano registra ritardi continui per una fitta nebbia che avvolge la città olandese. Dopo varie ipotesi su come ed a che ora riuscirebbe a raggiungerci a Bolzano constatiamo l'impossibilità che possa raggiungerci per le 18 e 30 come concordato. Roberto organizza, pertanto, sempre con la società di traporto che curerà i trasferimenti del gruppo un servizio taxi alle 20 e 05 che costerà allo stesso la bellezza di 130 euro. Giunto il gruppone a Bolzano in attesa dell'arrivo di Lucia e Monica e dell'autobus, si decide un'immancabile sosta al bar Loacher che festeggia i cento anni di attività con l'omonimo marchio. Gli innumerevoli bagagli sono un intralcio non trascurabile e così, dopo una vana ricerca di un deposito, Marco si offre di attendere e custodirli sul marciapiede della piazza adiacente la stazione. Giunti dal breve giro per il centro di Bolzano ci accorgiamo che l'autobus della ditta De Silvestro, capace di portare fino a 14 passeggeri, è già arrivato. Pertanto il gruppo carica i numerosi bagagli e, giunte nel frattempo Monica e Lucia, si imbarca destinazione Campestrin in perfetto orario con Luca che raggiungerà il gruppo con un'ora e mezzo di ritardo. Attraverso il passo Costalunga ed il suggestivo Carezza che, sostiene l'autista, tornato a risplendere con acqua a sufficienza ma ora ghiacciato, arriviamo in Val di Fassa e da li a poco a Campestrin nell'albergo Soggiorno Dolomiti in tempo per la cena. Distribuite, come concordato le stanze (3 doppie ed una per 6). Nando chiede una singola pagando il relativo supplemento. Una circostanza che manderà successivamente in confusione il titolare. Di li a poco il gruppo puntuale si presenta a cena. Dopo una immancabile insalata antipasto ed aver servito il primo, si aggrega al gruppo Luca che termina la cena regolarmente. Intanto la verifica dei bagagli spediti riserva un'amara sorpresa: un collo non è stato consegnato. A farne le spese Sasà, Lucia e Monica che sono senza scarponi e le germane anche senza casco e guanti. Per evitare di ritardare la partenza del giorno successivo ci si prodiga per cercare un noleggio sci ancora aperto. Nonostante una richiesta telefonica espressa, della quale già si conosceva la risposta, il negoziante si mostra disponibile soltanto ad aprire 15 minuti prima il negozio. Fortunatamente lo stesso è di fronte all'albergo e. pertanto, non dovrebbe ritardare la partenza del gruppo. Trascorsa una notte tranquilla e ritrovati tutti felici a colazione, Sasà, Lucia e Monica alle 8 noleggiano sci e caschi ricevendo i rimbrotti del negoziante per il loro ritardo nonostante l'apertura anticipata del noleggio come richiesto. Intanto Marco e Roberto assistono impietriti di fronte alle difficoltà di calcolo del titolare dell'albergo in evidente difficoltà con i numeri. Dopo un accorato supporto senza il quale il gruppo avrebbe registrato un netto ritardo Marco paga il saldo dovuto che, in ogni caso, non convincerà, incrcdibilmente, il titolare che al ritorno, come vedremo, ritornerà sull'argomento reclamando ulteriori 81 euro senza motivo. In ogni caso, la cortesia e la disponibiltà dei titolare ci consente una piccola variazione del programma. I trolley, infatti, vengono lasciati in albergo in una chiesa ( albergo con chiesa incorporata!) circostanza che ci eviterà, al ritorno, di cambiarci fuori all'autobus ( in dodici sarebbe stato alquanto complicato). Comunicata la variazione di programma all'autobus De Silvestro, presente nel piazzale da almeno mezz'ora, zaini in spalla (che lasceremo sull'autobus) e caricati gli sci ci apprestiamo a partire per la prima giornata


GIORNO 1 Marmolada- Plan de Corones

Già qualche giorno prima, in quel di Roccaraso, nell'ultimo allenamento prima della partenza, Marco, ormai profondo conoscitore delle dolomiti, proponeva una variante al primo giorno che potesse far partire il gruppo da Passo Fedaia piuttosto che da Alba di Canazei. Ricordava, Marco, in una passata vacanza a Campitello di Fassa, quando Roberto chiese a Lucia di accompagnarlo con Marco e Pasquale a Passo Fedaia al fine di poter essere tra i primi a prendere le 3 funivie che portano ai 3.266 metri del massiccio. L'intuizione viene subito fatta propria da Roberto anche se determina di saltare le piste di Canazei. Complice la bellissima giornata di sole, con un piccolo supplemento, l'autobus De Silvestro ci accompagna in cima al Passo Fedaia ed alle 9 e 02 siamo già pronti per la prima discesa senza alcun impianto che ci porti in cima.




L'ultima parte della Marmolada, quella che si estende dai 2027 metri del passo ai 1450 metri di Malga Ciapela , da un'idea significativa di quello che il gruppo troverà in cima: neve perfetta come la temperatura, nemmeno abbastanza fredda, ed un sole completamente azzurro. Dopo i due muri iniziali, in cui il gruppo mostra di essere in ottima forma nonostante il pendio, l'ingresso nel bosco successivo allo ski lift che percorre parallelamente il torrente Ru di Arei è di una suggestione infinita. Il leggero cambio di pendenza che si fa più dolce consente di ammirare fino in fondo il maestoso paesaggio con un silenzio irreale che si sposa solo con il fruscio delle lamine a contatto con una neve appena battuta e non ancora usurata.

2,5 km che ci immettono immediatamente nell'atmosfera di quello che si preannuncia un magico ski tour. Giunti a valle il tempo di validare in men che non si dica gli ski pass nell'apposito pick up box (per coloro che non lo avevano già associato alla vecchia tessera) ed il gruppo già pregno di adrenalina è pronto per il primo impianto di risalita. Data l'ora siamo tra i primi sciatori ad usufruire dell'impianto e quindi a sciare sul massiccio.



Senza alcuna fila in 35 minuti giungiamo ai 3.266 della vetta dopo i tre impianti in sequenza. Non ci sembra vero dopo l'esperienza dello scorso anno in cui le avverse condizioni atmosferiche del primo giorno non ci consentirono di arrivare in vetta e nemmeno di apprezzare tutta la discesa dalla seconda funivia. Una volta in vetta ci precipitiamo sul terrazzo panoramico per apprezzare un contesto impareggiabile che spazia da Gruppo Sella alle Tofane, al Cristallo, alle Pale di San Martino al Passo San Pellegrino e molto altro ancora.



Terrazzo sul ghiacciaio della Marmolada 3266 metri



Dopo le foto ed i video di rito siamo pronti ad assaporare l'ebbrezza di una discesa dall' impareggiabile emozione visiva e sensazione tattile dei nostri sci. Dopo un leggero vento nella primissima parte della discesa la costante pendenza ci fa apprezzare ogni singola curva. La larghezza della pista coniugata ad una pendenza da nera, quasi sempre stabile, ci fa apprezzare le curva condotte ad ampio raggio. Con le gambe già calde e le mani che non sono affatto ghiacciate la BELLUNESE ( così viene chiamata la pista dal ghiacciaio a Malga Ciapela) è davvero il massimo per uno sciatore. Dopo un lungo tratto sensazionale e rettilineo si arriva ad una decisa curva verso sinistra dove la pendenza ritorna leggermente ad aumentare. Qui Monica si propone di riprendere parte del gruppo e si può apprezzare la velocità e la pista con Luca, il primo a scendere, che conduce un medio raggio molto adrenalinico



Quì il gruppo ritiene di fermarsi oltre che per compattarsi anche per ricaricare le gambe. Vi è di più, ovvero la possibilità di godere appieno della vista del Lago Fedaia interamente ghiacciato dove non mancano le foto di rito



Una neve, complice il mese di Gennaio e l'ora, come non la vedevamo da tempo: Dura al punto giusto che anche con lamine non particolarmente affilate si riesce a godere in conduzione senza derapare. Dopo altri due muri la pista si congiunge con quella proveniente dal Passo Padon che incrocia il nostro punto di partenza al Passo Fedaia. Completiamo l'ultima parte di 2,5 km già fatta una pista di immensa soddisfazione caratterizzata da una parte alta stupenda ed una parte finale a bassa quota con pendenze addolcite ma in un ambiente sublime e con una neve che si mantiene costante per tutto il pendio. 12 km in totale con 1800 metri di dislivello. Nell'ultima parte della pista si intravedono alcune difficoltà con gli sci da parte di Valentina che non riesce adeguatamente a governarli perchè, a suo dire, troppo lunghi e performanti. Per evitare di ritornare a valle, quasi alla fine del percorso, Roberto indica al gruppo di arrivare alla seggiovia Padon sulla sinistra ed evitare di andare a destra dello ski lift che ci avrebbe condotto di nuovo a Malga Ciapela. Una volta attesi Nando, Agostino e Valentina che chiudevano il gruppo Roberto riparte precedendo i tre verso la seggiovia. Primo intoppo dello ski tour: Nando non si avvede della deviazione e ridiscende per Malga Ciapela. Dopo intercorsi colloqui telefonici, mentre il gruppo si avviava verso Passo Padon, Roberto passa a recuperare Nando. Giunti a Malga Ciapela intanto si era già formata una fila interminabile. Piuttosto che risalire Roberto suggerisce di prendere un taxi che ci accompagni di nuovo alla seggiovia Padon. Pagati ( Nando) i 20 euro occorrenti per i 2 km in salita Roberto e Nando prendono la seggiovia e raggiungono il gruppo in cima al Passo Padon ( detto Passo ra maron per una indimenticabile esperienza nel bike tour 2021 ) che intanto era in attesa da oltre mezz'ora. Circostanza che ci farà saltare il pranzo considerata la percorrenza da effettuare in giornata per raggiungere Plan De Corones. Attraverso una pista di collegamento con un mitico muro iniziale da Passo Padon molto ricordato da Sasà per una caduta memorabile ed un impianto rimaniamo in Veneto per giungere all'intermedia dell'impianto di Arabba che sale a Porta Vescovo. Senza prendere l'intermedia, ci precipitiamo per la mitica "ORNELLA ", ai piedi dell'omonimo monte a 2187 mt, pista già battuta lo scorso anno con una pendenza particolarmente adatta per scatenare l'adrenalina del gruppo. Uno dei tracciati con lo sviluppo più interessante del comprensorio. Una pista rossa per eccellenza Giunti all'intersezione con la famosa nera SOURASASS i più preferiscono deviare per la stessa. Una nera molto ripida con pendenza media del 25% con punte del 45%. Le perfette condizioni della neve coniugate ad una ritrovata abilità inebriano per la sua tecnica. Giunti di nuovo all'intersezione con la Ornella e recuperati Agostino e Valentina, tutti insieme ci precipitiamo sempre con la Sourasass che dopo un breve falsopiano riprende la sua pendenza che garantisce un breve e medio raggio perfetto in conduzione su una neve assolutamente compatta. Giunti a valle risaliamo attraverso uno dei tre impianti della parte est di Arabba, l'unico che non raggiunge Porta Vescovo Il tempo è tiranno e non possiamo apprezzare tutto il comprensorio che meriterebbe altro spazio. L'ovovia Portados ci porta sull'omonimo monte dove a destra si dirama la rossa Portados che, trovandosi su un collegamento per Canazei, presenta una prima parte già deteriorata dai tanti sciatori, Ma la Portados è solo un breve passaggio di 300 metri che ci congiunge ad un'altra famosa nera di Arabba: la FODOMA che parte più a monte ma che negli ultimi 1,8 km dei 2,8 totali presenta inclinazioni davvero divertenti sul muro che, immediatamente si presenta alla destra con pendenza del 56% in una pendenza media complessiva del 30%. Dopo un po' la Fodoma addolcisce il suo pendio per confluire sull'azzurra PORDOI che in poche centinaia di metri ci riporta ad Arabba alla seggiovia che congiunge la parte est con quella ovest. L'impianto Burz ci porta nei pressi del famoso rifugio Burz dove stavolta, per questioni di tempo, il gruppo non si ferma. Un'azzurra di 1 km, la PLAN BOE', bella e divertente si restringe man mano per portarci ai piedi dell'impianto che conduce il gruppo a BEC DE ROCES a 2076 metri. Dalla cima parte una magnifica pista rossa CAMPOLONGO bella, soleggiata con una splendida vista sulla Marmolada. Il primo muretto con vista Marmolada porta ad un curvone a sinistra che immette sul piatto forte della Campolongo: un muro lungo ed ampio di media pendenza perfettamente innevato e preparato da lasciar correre gli sci con il gruppo che interpreta il tracciato con la massima libertà in termini di raggio, curve e velocità. Il gruppo si ritrova compatto al Passo Campolongo pronto sul bellissimo impianto Costorotta che porta in cima al Piz Boè a 2.224 metri, cima che sovrasta Corvara e la Val Badia. Una lunghissima omonima pista rossa la numero 1 BOE' si presenta in condizioni perfette, non particolarmente affollata e larghissima come sempre. Qui il gruppo, considerati i vari cambi di pendenza, alterna il lungo raggio con il corto. 5 km di pura adrenalina con 1050 metri di dislivello che confluiscono, attraverso una pista che man mano si restringe, al centro di Corvara. Qui si evidenziano i primi sfilacciamenti del gruppo con Roberto che si ferma poco prima dell'ultimo tratto in modo da indicare uno dei tre impianti del centro di Corvara; la seggiovia che porta il gruppo, attraverso un collegamento che attraversa il centro del paese, all'ovovia Col Alto. Sulla Boè da segnalare la prima innocua caduta del recuperato ( allo sci) Nando che non si avvede di un cambio di pendenza e non supportato dalla tecnica recente dei carving inaugura le cadute del gruppo. Il suo stile molto bello da vedere mal si concilia con le peculiarità dei nuovi sci. Ma c'è da dire , al riguardo, che la classe non è acqua. Giunti in cima al Col Alto una breve pista, con un muro iniziale su cui prestare sempre attenzione, conduce alla Braia Fraida e da li in pieno Pralongia. La vista di un bel rifugio e l'ora tarda convince il gruppo a sostare per il pranzo. Il Tablà è un rifugio già toccato da uno storico bike tour del 2019 ed apprezzato oltre che per il cibo per la presenza di ragazze in abito tirolese e dall'aspetto gradevole. Il particolare affollamento del rifugio e l'ora tarda ( il tragitto è ancora lungo) fanno propendere il gruppo per una breve sosta in cui oltre ai classici bombardini ognuno propende per un dolce diverso. Molti confluiscono sul tradizionale Strudel per Roberto, invece, il solito Tiramisu di ottima fattura.






Ripreso, dopo nemmeno mezz'ora, il cammino una pista di circa 1 km la ROBY conduce ad un impianto che collega con la parte alta di La Ville. Un breve collegamento sfocia al bivio che separa la Gran Risa nera , pista di coppa del mondo di gigante e speciale e la Gran Risa rossa. In verità, nonostante tutti la chiamassero così, forse perchè le due piste hanno lo stesso numero 17 uno nero ed uno rosso, la 17 rossa è invece la ALTIN detta in ladino, lingua del posto, anche ALTING. Ed è la pista dove si è svolto un dei primi superg della coppa del mondo. Dovendo percorrerla in ogni caso per andare verso la Gardenaccia, la parte opposta del comprensorio di La Ville, il gruppo non può che propendere di effettuare prima una nera. Nonostante qualche titubanza anche Valentina, alla fine, per non staccarsi dal gruppo, decide di percorrerla. Il tracciato dello slalom gigante si dirama su un percorso di 1.255 metri con un dislivello di 448 metri. La pista, complessivamente supera i due km perchè parte più a monte. La pendenza media è del 36% ma la pendenza massima toccata in due muri raggiunge il 69%. Luca e Monica mostrano tutta la loro intraprendenza e danno vita a tutte le loro energie, finora compresse, per lanciarsi a capofitto e apprezzare ogni singola sfaccettatura della pista. Garra da atleti. Sasà comincia a mostrare la sua verve ( saranno gli allenamenti con la racchetta?) e scende a valle senza indugi e senza pecche con il suo inconfondibile stile che ha abbandonato la sciata a bicicletta. Roberto segue a ruota dando sempre un occhio al seguito del gruppo. Lucia, meno poderosa della sorella in questa vacanza, si mostra comunque sul pezzo e seppur sacrificando leggermente la velocità segue a distanza di qualche secondo. In compenso alza il baricentro di azione e risulta stilisticamente molto più bella a vedersi. Noemi, stilisticamente impeccabile ( Nando docet?), nonostante mostri di poter essere al passo in termini di velocità preferisce apprezzare ogni singola curva e rimanere con il padre. Maria Laura si divide tra Alfonso e Marco ed alla fine sacrifica un po' della sua verve ma non del suo stile statuario ed impeccabile. Preferisce movimenti lenti che consentono di concentrarsi sui pochi difetti che presenta sciisticamente. Nando preferisce la prudenza, dopo svariati anni di attività, e rimane nelle retrovie pur con la sua eleganza stilistica. Agostino dalla scuola analoga preferisce la compattezza del corpo ed il baricentro basso ma la sua velocità è penalizzata dall'assistenza ad una Valentina in leggera difficoltà che, però, non sembra di patire particolarmente sulla nera della Gran Risa. Marco, su una pista che ormai conosce a menadito, scende senza scomporsi ma nemmeno lentamente con una inclinazione che si fa sempre più incisiva con il passare del tempo e la sicurezza acquisita. Insieme ad Alfonso, che fa da cerniera tra i primi cinque e gli ultimi, mostra di non accusare la fatica nonostante l'ora e di aver conseguito un certo standard anche in termini di velocità. La discesa di Alfonso è senza pecche, un incedere costante con un baricentro alto che, talvolta, lo penalizza in termini di velocità. Giunti al termine della meravigliosa Gran Risa si risale in cima con l'omonima ovovia, E' il momento di godere appieno della ALTIN(G), la rossa della Gran Risa. La pista preferita da Roberto in tutto l'arco dolomitico. 4 km di lunghezza e 650 metri di dislivello, larghissima, neve in perfette condizioni e scarsa presenza in pista. Diversi cambi di pendenza con muretti che si alternano a dolci pendii. Qui non ci sono regole: si scia a tutta cercando di ottimizzare ogni ricerca stilistica alternando le curve, i raggi ma sempre a velocità sostenuta. Tutti danno il meglio di se. Luca Monica Sasà e Roberto arrivano a distanza di pochi secondi l'uno dall'altro. Dopo pochi secondi è Lucia a spuntare ai piedi della seggiovia. Più attardato ma sorprendente, Marco con Alfonso, Maria Laura e Noemi, Subito dopo, a chiudere, Nando, Agostino e Valentina.

Due seggiovie di collegamento conducono il gruppo sul comprensorio opposto alla Gran Risa, sempre a La Ville. Zona Gardenaccia da cui partono le piste che arrivano sino alla fine della val Badia a Predaces, Santa Croce, San Martino in Badia.

Questa zona periferica per gli sci ma non in termini di bellezza si fa apprezzare per la presenza di piste bellissime e mai affollate. Quella su cui il gruppo si lancia è forse una delle più belle di questa parte di comprensorio: la SPONATA. Una rossa di oltre 2 km, immersa nei boschi con grandi e dolci curvoni che elettrizzano le sciate a "binario" e con cambi di scenari repentini con un ponte a restringere la pista e ad incanalarla su un pendio più dolce che conduce il gruppo allo ski bus per Piculin. Una pista gioiello carving Paradise. Dopo il ponte Roberto ricompatta il gruppo e nell'attesa degli ultimi invia in avanscoperta Luca e Monica a chiedere all'autobus di attendere qualche secondo. La mossa si rivelerà azzeccata perché, saliti gli ultimi arrivati del gruppo, lo ski bus riparte immediatamente destinazione Piculin. Probabilmente se il gruppo avesse perso la straordinaria coincidenza non avrebbe fatto in tempo a raggiungere il rifugio Graziani. Dopo venti minuti, giunti a Piz de Plaies e saliti a bordo dell'omonima ovovia ammiriamo dall'alto la famosa Piculin pista 45 nera conclamata la più pendente d'Europa con muri del 78%. Data l'ora il gruppo si ripromette di percorrerla il giorno seguente.



Giunti in cima alla Piculin il gruppo verifica che la famosa nera ERTA è già chiusa per il gigante femminile che si terrà il martedì successivo. La chiusura della Erta determina una serie di variazioni anche delle piste parallele. Ed infatti la pista rossa Piz de Plaies piuttosto che confluire al centro del paese viene deviata leggermente al punto da indurre il gruppo a confluire sull'azzurra LA CORN che conduce ad un altro impianto dove salgono anche degli slittini per provare l'ebbrezza della discesa sulla pista a loro dedicata. Risaliti in cima si riprende la PIZ DE PLAIES una pista rossa di circa 1 km con un muro iniziale particolarmente piacevole che si restringe anche per le protezioni della Erta per la gara di coppa del mondo. Facendo bene attenzione alla deviazione si giunge a San Vigilio di Marebbe pronti ad attraversare il paese con l'impianto ski trans Bronta.






Altri due impianti il Miara ed il Col Toron conducono il gruppo i cima al Passo Furcia di fronte al panettone che collega la Val badia e tanti paesi della val Pusteria.

La pista rossa RARA intercettata a metà percorso conduce ad una seggiovia ed un collegamento pista azzurra all'impianto RUIS che proietta alle 15 e 40 il gruppo in cima al famoso panettone Plan de Corones. Ormai manca solo un tratto di pista e siamo dentro al rifugio Graziani.



La FURCIA 12 una pista bellissima con una pendenza che si va facendo sempre più spigolosa. Percorsi i primi duecento metri molti, già stanchi , preferiscono fermarsi. Luca, Monica, Lucia, Roberto, Sasà, Alfonso e Maria Laura proseguono e apprezzano la Furcia nella sua interezza con un finale in contropendenza particolarmente difficile che, soprattutto quando all'ombra, mette a dura prova le lamine costrette a rallentare e rientrare nal falsopiano che riconduce all'impianto Ruis. Tornati in cima, per evitare che gli impianti chiudano senza poter risalire, il gruppo si spara a tutta due piste SONNE una pista che conduce all'omonima seggiovia inferiore al km e con una pendenza costante che fa emergere tutta la bellezza e l'adrenalina che può dare una sciata in libertà. Qui a Plan de Corones le piste sono incredibilmente larghe e l'unico pericolo è l'incrocio tra sciatori paralleli. Avvertito il gruppo sulla necessità di tener fede alla traiettoria prescelta il resto è puro godimento con gli sci che riescono ad esprimersi in tutte le lingue. In tempo per la chiusura delle piste gli ultimi reduci rientrano al tramonto al rifugio Graziani




Una giornata memorabile su piste memorabili che si chiude con 55,2 km di piste con un dislivello negativo di 9,8 km (19,7 complessivo) una velocità massima di 80,7 km/h, 20 discese,13% la pendenza media altitudine massima 3266, minima 1087 dalle 09 e 02 alle 16 e 30 quasi 7 ore e 22 di cui 1 ore e 48 minuti di discese.

La serata, complice la presenza di un pianoforte, consente prima ad Agostino poi a Luca di cimentarsi coinvolgendo il gruppo con musica e canti di gruppo coinvolgendo anche una coppia di Dusseldorf ospite del rifugio



GIORNO 2 PLAN DE CORONES-PLAN DE CORONES

Il giorno seguente apprezziamo una fantastica alba con vista sul Passo Furcia e sulle dolomiti di Ampezzo.

Godere della prima sciata mattutina ad impianti spenti e pista deserta appena battuta e non ancora solcata è un'emozione difficile da descrivere per chi non l'ha mai provata. Vale da sola il prezzo dell'intero ski tour. Tutti pronti perfettamente in orario desiderosi di vivere la prima emozione mattutina. Il sole comincia a brillare e non attende altro che mostrarsi con il passar del tempo in tutta la sua maestosità pronto ad illuminare l'azzurro del cielo e ad avvolgere in un caldo abbraccio le vette che ci apprestiamo a raggiungere per poi immergerci a valle. In questo incedere tra monti e valli il sole sembra rincorrerci, ancora basso a Gennaio, impossibilitato a vegliare dall'alto. Ma la sua intensità regala visibilità e squarci che rendono semplice ogni pista difficile pur senza la sua immensa luce.

E' la sensazione che ci accompagna sin dal primo momento con una Furcia 12 che inizia con un muretto dolce ed assolato per poi declinare su un muro impegnativo ed all'ombra particolarmente impegnativo che si fa severo quando si restringe ed in contropendenza invita ad un falsopiano che raggiunge l'ovovia Ruis. E' una sensazione che avvertiamo anche con gli sci dove il cambio di luminosità della pista invita a "sentire" gli sci più che a "guidarli"; invita a lasciarsi andare in conduzione senza arretrare di un centimetro senza perdere l'equilibrio perché la "strada" è tracciata, è perfetta. Una metafora della vita.....



La giornata si preannuncia perfetta, sole, temperatura giusta, piste innevate, battute benissimo, durezza della neve corretta e spazi incommensurabili che consentono di scatenare ogni fantasia sugli sci in largo ed in lungo. Finalmente una giornata piena sulle piste di Plan de Corones



Risaliti in cima iniziamo con una lunga azzurra la Furcia 9 sempre verso il passo Furcia. Il gruppo decide di seguire un senso antiorario cercando al mattino le piste maggiormente sposte al sole confidando che con il tempo possano essere "baciate" anche le piste che danno sul versante della Val Pusteria. Ancora un'azzurra di riscaldamento la Belvedere che si congiunge con la Marchner e consente un corto raggio di magnifica fattura in piste che sembrano fatte in fotocopia, lunghissime e larghissime con pendii costanti. Il gruppo decide di proseguire sulla falsariga e quindi, una volta a mote, imbocca l'azzurra Plateau che conduce, trasformandosi nella rossa ARNDT nel secondo tratto, Valdaora in Val Pusteria.



Una rossa fantastica che non si riesce pienamente ad apprezzare perchè completamente in ombra nel tratto finale. Risaliti a monte da Valdaora Roberto viene ingannato dal sole che vede sul primo tratto della rossa LUMEN che scende a Brunico.

Ed infatti solo il primo tratto della pista, peraltro fantastica è al sole, successivamente la pista termina incrociando le due piste più iconiche del Plan de Corones la SYLVESTER e la ERNEGG due nere fantastiche ma durissime soprattutto se all'ombra. Il gruppo compatto decide per il primo incrocio e si catapulta per la SYLVESTER. Completamente all'ombra e durissima la nera mette a dura prova non solo le lamine ma gli stessi quadricipidi costretti a continui cambi di traiettoria con muri e curve che si susseguono,. Qui il gruppo si sgrana notevolmente. Luca e Monica con Sasà e Roberto arrivano in fondo non senza patemi. Poco dopo Lucia raggiunge il quartetto appena in tempo per assistere allo schianto di uno sciatore che non si avvede di un muretto di neve posto al bivio tra i due impianti a valle. Dopo diversi minuti arriva alla spicciolata la restante parte del gruppo con Valentina in netta difficoltà per degli sci particolarmente lunghi per lei che rendono oltremodo difficili le curve a corto raggio necessarie su nere di questo tipo. Risalendo l'impianto tutti insieme scorgiamo un'intermedia a cui possiamo giungere sciando esclusivamente al sole ed evitando di scendere a valle. E' la meravigliosa rossa SEEWIESE che tutti credono sia la Ernegg ( in realtà si congiunge successivamente ) che con una confluenza a sinistra che evita di imbattersi nella Ernegg ( cosa che faremo nel pomeriggio) ci conduce all'intermedia con cui risaliamo. Agostino e Valentina decidono di fare passo per questa discesa e, congiunto a monte il gruppo, si decide di svoltare per una lunga pista che conduce a Perca altro paese della Val Pusteria dove passa il trenino che collega tutta la valle fino a San Candido e Versciaco. Sono in realtà tre piste messe insieme: la Olang 5 azzurra, la Spitzhorn17 azzurra sempre e per finire la bellissima RIED 16 rossa dalla pendenza perfetta che declina fino a Perca dopo 7 km di pista al sole e 1340 di dislivello che ha portato dai 2275 del Plan ai 935 della stazione di Perca.

Risaliti al Plan si decide di provare l'altro versante e quindi con la nota FURCIA 12 si scende al passo per poi passare dall'altro versante anche per aiutare Monica ad acquistare uno spazzolino da denti. Sul passo l'omonima seggiovia conduce il gruppo ad una nera bellissima la PRE DA PERES. Un muro di un km dalla pendenza costante del 32% con punte del 57% particolarmente impegnativo e teatro della Coppa Europa di sci. L'esposizione, la condizione della neve e la tenuta rendono particolarmente inebriante la discesa molto tecnica e soddisfacente da affrontare con curve a corto raggio nel primo tratto ed a breve nel tratto finale . Ritornati a monte del Pre da Peres , prima la Pre da peres rossa , poi la Col Toron rossa ed infine la Miara azzurra conducono a valle dell'impianto di San Vigilio di Marebbe che attraversa il paese dopo una discesa di oltre 5 km con pendenza che si fanno via via più dolci, tuta al sole e con neve perfetta nonostante orario ed esposizione. Soddisfacente anche la larghezza della pista anche se non al livello di quelle dell'altro versante. Giunti in cima a Pie de Peres prima della sosta pranzo il gruppo decide di affrontare la famosa PICULIN.



La pista più pendente d' Europa di 2 km e con una pendenza massima del 78%. Agostino e Valentina rinunciano decidendo di attendere al rifugio. Dopo vari tentennamenti Nando decide di percorrerla. Esposizione al sole, temperatura giusta, neve non dura ma nemmeno troppo molle considerata l'ora di pranzo. Luca e Monica prendono subito il largo ed incuranti della straordinaria pendenza senza alcuna sosta e con curve perfette arrivano agevolmente e brillantemente in fondo. Sasà senza indugi con una forza muscolare inaspettata regge l'urto della significativa pendenza e di li a poco raggiunge i due. Roberto leggermente più prudente si diverte di li a qualche decina di secondi si aggrega a valle seguito da Lucia. Per attendere gli altri anche 7 minuti. Ricompattato il gruppo ci si ferma in un bel rifugio Utia al Cir in cima al Pie de Peres al sole declinando l'invito di Alessandro amico di Luca che proponeva un rifugio sulla piè de peres leggermente più a valle ma completamente all'ombra. Due tavoli a dividere il gruppo anziani dal gruppo giovani ed una sosta fatta di specialità locali tra tris di canederli ed uova speck e patate saltate in quantità industriali.







Terminato il pranzo ci si dirige di nuovo verso il versante Furcia ripercorrendo la Piè de Peres, i vari impianti di risalita, la rossa Rara ed infine l'impianto Ruis che riporta il gruppo sul panettone di Plan de Corones senza, in tutto ciò, che Monica sia riuscita a trovare lo spazzolino. Si spera, intanto, che il versante verso la Val Pusteria sia al sole, Ma l'illusione è breve. Dopo aver avviato una bellissima discesa verso Brunico attraverso la SEEWIESE con la rinuncia di Agostino e Valentina ecco all'improvviso il cambio repentino di pendenza che ci porta sulla famosa ERNEGG. Una nera davvero impegnativa ma bellissima. Il sole purtroppo non la investe come invece apprezzato con la 3 rossa. I 5 km di lunghezza per un dislivello di 1000 metri ed una serie interminabili di muri, alcuni al 70% , mettono a dura prova i muscoli considerato anche si è a fine giornata. Le sensazioni vissute sono però spettacolari con una neve dura ma non ghiacciata ancora in ottime condizioni ed un declivio che privilegia la tecnica sopraffina. Luca, Monica Sasà Roberto e Lucia giungono alla spicciolata. Marco maledice i muri che gli si presentano davanti e di cui ha perso il conto ma alla fine è soddisfatto sia per la superba prestazione alle 15 e 30 del pomeriggio sia per una pista davvero emozionante. Un apres sky a valle consente al gruppo un primo goliardico divertimento con musica sparata a palla con Monica che, finalmente, ha trovato a monte del Plan de Corones, a due passi dal rifugio, in uno stand tra i vari bar del panettone, il suo prezioso spazzolino


Tornati a monte, un'ultima Sonne per gli instancabili giovani ed i diversamente giovani Sasà e Roberto ed anche questa giornata si può definire memorabile che non può non chiudersi con un aperitivo a monte e discesa in rifugio alle 17 ad impianti chiusi .



Giornata di sci chiusa con 41,6 km percorsi, 9,83 km di dislivello negativo (19,5 totali), Velocità massima 80,6 km/h, 16 discese in 7 ore e 46 minuti di sci dalle 8 e 37 alle 16 e 23 con un'ultima discesa al tramonto.


La serata musicale post cena è ancora molto coinvolgente con Luca protagonista al piano e musica a richiesta cantata da tutti in grande allegria prima di ritirarsi nelle camere per la notte.



GIORNO 3 PLAN DE CORONES - CORTINA

Sabato è il giorno del trasferimento in elicottero. Era evidente che lo stesso fosse condizionato dalla situazione meteo. Era pronto il piano B per il lungo trasferimento sci ai piedi da Plan de Corones a Cortina che non ci avrebbe fatto, però , sciare sul comprensorio delle Tofane dove oggi, sulla mitica Olimpica c'è la discesa libera femminile di coppa del mondo. Il tempo è invece splendido e così utilizziamo il tempo che ci separa dell'appuntamento delle 9 e 30 per godere ancora delle piste di questo bellissimo comprensorio. Dopo la replica ad impianto chiuso della Furcia 12 l'impianto Ruis conduce il gruppo in vetta. L'emozione della prima pista è intatta anche se stavolta ognuno è zavorrato dal proprio zaino. Lasciamo un'altra alba speciale.





Avvenendo il trasferimento in elicottero ed atterrando a pochi metri dal rifugio Scoiattoli, Roberto ritiene di evitare il trasporto degli zaini in taxi. Lasciati gli zain in vetta Roberto propone una Olang per Valdaora limitandosi a metà pista per poi riprendere l'intermedia. Il gruppo, improvvisamente indisciplinato, parte in ordine sparso. Nando si attarda a mettere a punto gli sci atteso da Agostino e Valentina. Roberto si ritrova all'incrocio per l'intemedia e non riesce ad intercettare che pochi elementi in quanto preceduto dai più e molto avanti rispetto ad Agostino, Valentina e Nando. Atteso invano diversi minuti risale in cima dove lo attende la maggior parte del gruppo. Dopo vari tentativi riusciamo a metterci in contatto con i ritardatari. Dopo una bellissima e veloce Sonne il gruppo si avvia in ordine sparso verso la pista dove è già presente un elicottero. Gli ultimi intanto aspettano i tre ritardatari dirigendosi, senza perdere d'occhio i primi, verso la pista di decollo. Roberto, Sasà, Luca, Lucia, Monica e Marco arrivati al punto di incontro ricevono le istruzioni del caso e rappresentano i passeggeri del primo elicottero del quale si attende a minuti l'arrivo. Inginocchiati all'arrivo, dopo aver posto gli sci dentro una rete i sei salgono a bordo con Lucia e Monica che, per stazza, occupano i posto accanto al pilota.





Il volo è tranquillo contrariamente al secondo elicottero in cui il pilota si diverte in spaventose evoluzioni, soprattutto per chi non indossa la cuffia. Le emozioni vissute sono indescrivibili. Peccato non aver indossato le cuffie al posto del casco per ascoltare le spiegazioni del pilota. Superato il Plan de Corones si iniziano ad intravedere i monti iconici delle dolomiti ampezzane: il Sorapis, il Monte Pelmo le Tofane.








La marcia di avvicinamento a Cinque Torri fa scorgere Cortina in tutta la sua bellezza e consistenza.



Passando per le Tofane ci catapultiamo in zona Cinque Torri ed vediamo di fronte a noi l'Averau ed il Nuvolau tra i quali atterreremo.



L'atterraggio è morbido ed è inebriante scorgere nella lenta fase di avvicinamento il passaggio dal macrocosmo al microcosmo dolomitico. Scesi dall'elicottero i sei attendono qualche minuto per l'arrivo dell'altro elicottero. Si sprecano le foto ed il racconto dell'esperienza vissuta.



Ripartiti gli elicotteri il gruppo lascia gli zaini a monte dell'impianto Fedare in quanto Roberto propone al gruppo di iniziare la giornata a Cortina con la splendida pista FEDARE che porta verso il Passo Giau. La discesa è, come sempre, fantastica e una conduzione a medio raggio con binari perfetti e velocità costante accompagna tutto il gruppo ancora elettrizzato per l'emozione vissuta. Il lento impianto riporta il gruppo in quota dove recuperati gli zaini si scia alla volta dello Scoiattoli. L'azzurra Averau è molto invitante per cui Luca e Monica si catapultano a valle e non scorgono la deviazione per il rifugio. In verità la stessa era non solo poco visibile ma quasi impraticabile per assenza di neve, Quindi percorriamo per intero prima l'Averau e poi la rossa Scoiattoli per giungere all'omonima seggiovia. Dopo un po il gruppo compatto arriva allo Scoiattoli. Si lasciano gli zaini nello skiroom e si consumano un po' di bevande. Foto di rito all'esterno in prossimità della torre e si riparte.




La Lino Lacedelli, a destra del rifugio, è una rossa fantastica di circa 2 km. E' sede delle qualificazioni degli atleti italiani alla Coppa del mondo di sci ed alle Olimpiadi Milano Cortina 2026. E' intitolata all'alpinista ampezzano conquistatore del K2. La pendenza massima è del 57% non disprezzabile per una rossa. Infatti inizia con un bel muro che poi declina in maniera dolce con una curva a destra che immette sul muro adrenalinico finale da condurre con tanta tecnica e maestria per godere appieno della sua fantastica neve. Il gruppo sviluppa ogni tipo di inclinazione considerata una larghezza massina della pista che arriva a 68 metri. 220 il dislivello complessivo. All'arrivo il Cortina express è la lunga ovovia che conduce da Cinque Torri a Tofane ed arriva a destinazione trascorse da poco le undici. Appena per apprendere che di li a qualche centinaio di metri è in pista la Goggia. Maestri di sci che seguono la gara in diretta ci comunicano la bella prestazione di Sofia che chiude al promo posto momentaneo che a fine mattinata diventerà definitivo. La neve è scarsa. Molti collegamenti per la Olimpia sono chiusi. Il gruppo riesce comunque ad arrivare all'Olimpia ed attraverso una semplice pista azzurra arriva all'impianto Tofana Express e da li alla seggiovia Piè Tofane. Dopo i primi metri dalla seggiovia si comincia a scorgere il parterre ed ancora più a monte le atlete impegnate in gara che passano sotto la seggiovia. Dopo un breve collegamento si sale ancora più a monte e la vista delle atlete diventa ancora più suggestiva.



Molte piste sono interdette perché la Olimpia incrocia molte altre lungo il percorso ed una discesa libera richiede tante protezioni che restringono il campo di azione delle altre piste. Il gruppo risale con il Duca D'Aosta alla Forcella Pomedes 2300 metri fino quasi al cancelletto di partenza dove è possibile ammirare la partenza delle atlete e le prime curve ad 80km/h in contropendenza e con salti spettacolari. Il contenimento delle piste adiacenti costringe il gruppo a sciare derapando su un muro budello particolarmente pendente ed insidioso per il ghiaccio formatosi. Scampato il pericolo il gruppo non si ritrova dopo il muretto in quanto Sasà ed Alfonso si erano avviati senza avvertire il gruppo che rimaneva in attesa al termine del muretto. Dopo qualche chilometro il gruppo si ritrova ad un incrocio. Sta percorrendo la lunghissima azzurra TOFANINA Ostacolando, all'incrocio, un passaggio il gruppo riceve gli improperi di una sciatrice che azzarda epiteti razzisti ( pure qui sti napoletani aaum aaum ...) . Monica stizzita insegue e redarguisce violentemente la deficiente che consapevole di aver esagerato scappa via senza voltarsi. Il dolce pendio azzurro ci riporta all'impianto pie tofane. Dopo un primo tratto in cui si possono fare un paio di curve condotte si percorre una breve stradina fino ad arrivare alla partenza di uno stupendo muro. Lo si scia con attenzione ed in un ambiente straordinario. Se il traffico lo permette è possibile sciare con curvoni veloci. E' la rossa CANALONE. Un muro, da nera, da far paura come un po' tutte le piste di Cortina che incutono un timore. Un timore forse derivante dalla maestosità delle vette che sovrastano tutte le piste proiettando la loro perpendicolarità a valle.

Si arriva ad un cambio di pendenza che immette nel secondo lunghissimo muro, uno dei tratti più belli e scenografici di tutte le Dolomiti. L'ambiente è straordinario, la neve è perfetta. Una lunghezza di 2040 m ed un dislivello complessivo di ben 618 m. E' classificata rossa ma per Roberto è a tutti gli effetti una nera di tutto rispetto.

Si arriva all'incrocio in maniera sgranata in attesa di Valentina. Una neve dura più che altrove a Cortina rende le piste ancora più tecniche ed impegnative. Gli sci lunghi tolgono a Valentina la sicurezza che l'aveva contraddistinta l'anno precedente. Saliti a col Druscie, Agostino e Valentina con Nando optano per la variante azzurra Col Drusciè 42 mentre il resto del gruppo si catapulta sulla Colo Drusciè 41 una nera breve ma bellissima. Ci si ritrova all'incrocio per risalire fino a Ra Valles a 2470 metri raggiungendo quasi la cima delle Tofane. Come tradizione di ogni ski tour incontriamo Stefano di Dolomia Ski tour ( Lo scorso anno al Resciesa e due anni fa al rifugio Burz) che con il suo gruppo pranzerà al rifugio Ra Valles. Verificata la chiusura di alcune piste azzurre poste in cima, e considerato che l'unica pista per scendere a valle è la temibile nera Forcella Rossa, Agostino, Valentina e Nando riscendono a valle con la funivia. Marco. sorprendentemente, decide di provare l'ebbrezza di una mitica nera nonostante il racconto degli amici circa la difficoltà e soprattutto la durezza della neve quasi ghiacciata. La giornata è bellissima ed un sole alto rassicura circa le condizioni della pista. Le previsioni sono rispettate: la pista è sciabile e dopo il primo muro trasversale, alla cittadina che si intravede di sotto, ci si ricongiunge per commentare l'ebbrezza vissuta con lamine ad 80 messe a dura come i muscoli necessari per deformare sci e scarponi nel piegamento a valle. Una prova per perfezionare le curve a corto raggio. Ci si accorge però che l'inizio del secondo muro è di una difficoltà estrema. Una sorta di salto nel buio dove non si riesce ad intravedere la pista di sotto. Roberto esorcizza il momento con una foto con Cortina sullo sfondo ed il Faloria a far da cornice


Una prima parte molto più difficile della pista più pendente d'Europa la Piculin. Qui si percepisce una pendenza superiore al 78% della Piculin. In realtà è del 72% ma i tre muri sono tutti impegnativi Sasà apre le danze e come Roberto che lo segue è in difficoltà nelle prime due curve larghissime. Assorbita la paura poi procedono senza indugi ed anche ad una certa velocità al termine del muro di 1 km almeno. Luca Monica e Lucia con Noemi dopo aver visto sciare i primi diversamente giovani si catapultano a tutta sul difficile tracciato esaltando con la dura neve la loro tecnica . Anche Marco, incredibilmente, scortato da Alfonso e Maria Laura, scende senza indugi con il suo stile compatto e senza sbavature. E pensare che al confronto di questa temibile nera quelle di Roccaraso, che sovente evita, sono delle timide controfigure. Complimenti. Dopo il terzo lungo muro la pendenza è quella di una rossa che fa andare tutti a velocità sostenuta fino alla fine per 2.100 metri di fantastica pista. All' incrocio i nostri si ritrovano con il resto del gruppo che, scendendo all'intermedia, aveva imboccato la Col Druscè 42. Poche ma significative piste quest'anno a Cortina. Riprendendo Pie Tofane su replica una parte dell'azzurra e si arriva al parterre dove nel frattempo era terminata la gara. Considerata l'aria di festa il gruppo si sfila gli sci ed entra nel parterre di eccezione dove accorsatissimi ospiti e sponsor si muovono a ritmo di musica scandita da brillanti dj. Dopo le foto di rito all'arrivo e un po' di giro tra i vari stand degli sponsor, il gruppo, considerata l'ora, si dirige verso valle alla ricerca di un rifugio dove rifocillarsi.









Visto il sole ormai basso l'unico rifugio con un po di sole e il rifugio accanto alla seggiovia Olimpia che ci riporterà sulla Cortina Express e da lì allo Scoiattloli. Il freddo incalza ed un frugale breve pranzo, per lo più panini, accontenta il gruppo in previsione della imminente cena. Completati i trasferimenti suddetti, il gruppo alle 16 e 15 è al rifugio Scoiattoli non prima, per i solito noti, di aver goduto ancora della Pista Lacedelli a chiusura ma ancora con neve perfetta.

Dopo aver preso posto nelle due camerate ed aver consumato una succulenta cena, Dazn permette di sintonizzare il gruppo dei diversamente giovani su Atalanta Napoli. Roberto che preferisce seguirla da solo in camera perde l'ebbrezza di esultare in diretta. Il suo Dazn trasmette i gol del Napoli con almeno 20 secondi di ritardo. Sono allora le urla a squarciagola provenienti dal ristorante ad informarlo in anticipo sui gol. Giornata e serata indimenticabile Ma non è finita qui. A mezzanotte Fofò spegne le candeline. È il suo compleanno e tutta la sala si unisce al coro dei nostri. Tantissimi auguri a Fofò un compleanno da sogno per lui tra sciate fantastiche la vittoria del napoli e.......Maria Laura.

Giornata di sci chiusa con 39,4 km percorsi, 8,7 km di dislivello negativo (totali 17,3), 18 discese velocità massima 80,3 km/h, altitudine da 1437 a 3126, 7 ore e 42 minuti sugli sci dalle 8 e 39 alle 16 e 15.


ULTIMO GIORNO: Cortina Cinque Torri - Lupo Bianco - Canazei

Dopo la fantastica serata vissuta allo Scoiattoli, nonostante un affollamento mai riscontrato in passato che ha generato non poche file ai bagni, il gruppo, comodamente, si appresta a lasciare lo Scoiattoli non prima di procedere alle ultime foto di rito.





Il sole che aveva accompagnato il gruppo per tutti i tre giorni fatica ad emergere tra la coltre di nuvole che avvolge il cielo.



La prima pista è la rossa Lino Lacedelli già descritta, in direzione opposta a quella di marcia, ma necessaria per riportare gli zaini a valle dove un taxi li recupererà e ce li farà trovare a bordo all'arrivo. Nonostante gli zaini, l'ebbrezza della pista rimane intatta e, anche se a velocità meno sostenuta, il gruppo arriva alla seggiovia ripone gli zaini e risale.

Una breve rossa Potor ci porta ad una seggiovia visibilissima. Arrivati in men che non si dica alla stessa, Marco si accorge che Sasà ha proceduto a valle per la Scoiattoli. Ricompattato il gruppo a monte sull'Averau, Roberto da indicazioni a Luca (anch'egli esperto ormai delle Dolomiti) su come procedere in direzione Lagazuoi e si catapulta alla ricerca di Sasà. Il gruppo procede in due tronconi con Roberto e Sasà che, ricompattati, cercano di recuperare. Una breve Fedare immette sulla seggiovia Croda Negra che taglia in due l'Averau e riporta sull'altro versante verso la Val Badia.




Dopo una lunghissima omonima pista rossa Croda Negra con tanti saliscendi si arriva a Col Gallina, godendo da poco più di metà pista di una rossa LIMEDES davvero spettacolare per pendenza e larghezza che, anche oggi vuota, si presta ad un un largo raggio a binario. Arrivati in cima, un piccolo collegamento regala una amara sorpresa. Lo ski lift di collegamento è chiuso. C'è preoccupazione per il resto del gruppo perché Roberto, conoscendo l'area, conduce Sasà per un fuoripista abbastanza scoperto che li conduce a Passo Falsarego in tempi brevi. In lontananza i due scorgono la divisa del resto del gruppo che ha superato indenne la prova dello ski lift chiuso. In realtà avevano condotto lo stesso fuoripista su indicazione dell'addetto agli impianti di Col Gallina che li aveva avvertiti della chiusura. In realtà c'era anche un cartello che lo indicava, ma Roberto lo aveva appena sfiorato considerata la velocità dei due per raggiungere il resto del gruppo. Con un ultimo sprint Roberto e Sasà riescono a prendere la stessa funivia degli altri.



Saliti in cima dopo le foto di rito ai 2700 metri del massiccio, il gruppo si lancia su una delle più iconiche discese di tutte le dolomiti.



La rossa Armentarola sotto le Tofane in un paesaggio incantato e con continui cambi di pendenza e di larghezza della pista. Otto chilometri ed un paesaggio magico. Quasi alla fine della pista è d'obbligo il ricongiungimento al famoso rifugio Scotoni. In questo caso è Lucia che tarda ad arrivare. L'apprensiva Monica chiama ed apprende di una caduta proprio sull'unica pista in cui aveva voluto chiudere il gruppo. Arrivata, dopo un po', anche Lucia il gruppo si ferma al muro successivo per le foto di rito dinanzi alle montagne di ghiaccio


L'ultima parte della pista porta il gruppo ad un falsopiano dove per raggiungere Armentarola ci si affida ai cavalli che trainano gli sciatori. Anche questo classico appuntamento che il gruppo scandisce cantando "la capolista se ne va....." ancora in estasi per la vittoria di ieri




Arrivati ad Armentarola, il gruppo in perfetta sintonia dopo uno ski lift di collegamento si dirige a San Cassiano per arrivare, attraverso la Piz Sorega, in piena Val Badia. I contrattempi occorsi hanno fatto perdere tempo prezioso al gruppo che è in netto ritardo sulla tabella di marcia. Complice una incredibile fila a San Cassiano il gruppo si ritrova alle 11 con nemmeno metà percorso effettuato. Roberto segnala la cosa ed invita il gruppo a rimanere compatto e ad evitare soste per foto. Ecco l'ultima tra Armentarola e San Cassiano.



E' a rischio l'arrivo alle 12 e 30 a Lupo Bianco con il minbus De Silvestro in attesa e che, dopo un breve cambio di abito, deve condurre il gruppo a Bolzano entro le 15. Un treno che, soprattutto Luca e Valentina non possono perdere considerata la coincidenza che entrambi hanno a Milano rispettivamente per Amsterdam e Barcellona. Da quel momento in poi, ed inaspettatamente, il gruppo procede velocissimo, compatto come non mai e senza indugiare nei trasferimenti. Le pipì e le soste per rifocillarsi possono attendere. Un primo muro di una bella rossa larga e con la pendenza media, la FRAINA, conduce il gruppo ad un sentiero a sinistra che arriva alla seggiovia la Brancia Tutti compatti, nessun disperso e la Brancia sale fino al rifugio Tablà protagonista tre giorni prima. Da li la Braia Fraida conduce in cima a Corvara dove si scorge di fronte il Col Alto. Contrariamente alle indicazioni ed alle segnalazioni del gruppo, Roberto decide di sciare su una prima azzurra, Arlara, che si congiunge con una bellissima rossa del Col Alto che parte dall'arrivo dell'omonima ovovia. La neve è perfetta e tutti sono a loro agio su un pendio che induce gli sci a scivolare piuttosto che angolare e in cui solo i movimenti del bacino determinano il binario perfetto che ognuno sceglie. Prima di arrivare a Corvara, Roberto mostra al gruppo la deviazione a sinistra che costeggiando l'albergo Arlara, curvando ancora a sinistra ed attraversando un ponte riporta compatto il gruppo ai piedi dell'ovovia Boè al centro di Corvara. Anche Valentina sembra molto più a suo agio, sicura e veloce sui bei pendii di Corvara. Dal Boè due piste iconiche della Val Badia conducono al Passo Campolongo: la Costoratta a sinistra dell'impianto e la Boè Campolongo a destra che poi si congiungono dopo 2 km. Roberto opta per la Costoratta più lunga e soprattutto panoramica sulla Marmolada ed il Monte Civetta. La neve è perfetta nonostante l'ora, gli sciatori non numerosi, l'ampiezza adeguata e connubio perfetto tra durezza e morbidezza che non genera alcun dosso. Tutti velocissimi, o quasi, ed a passo Campolongo si prende l'impianto che conduce a Bec de Roces. Anche dal Bec de Roces tre sono le piste rosse che conducono ad Arabba: Le pale , la variante pale e la Savinè. Anche in questo caso Roberto privilegia il lato sinistro ed è quindi la SAVINE' a condurre il gruppo a Plan Boè all'intersezione delle altre due. Una rossa simile alla precedente in cui si apprezza ancora di più la tenuta di una neve che da tanto equilibrio A Plan Boè il gruppo si compatta e Roberto indica l'azzurra Plan Boè e la successiva RIENTRO che conducono il gruppo alla seggiovia che attraversa il paese direzione Canazei. Delle tre opzioni possibili per arrivare in quota Roberto scegli la meno conveniente in quanto a tempo: la lunga funivia che conduce a Porta Vescovo invece che la Portados, che con un altro impianto avrebbe portato ai piedi del Passo Pordoi. La scelta è dettata anche dalla necessità di fare pipì e la funivia presenta un bagno all'ingresso dei tornelli che conducono all'impianto. I tempi di attesa non sono brevi e mezzogiorno è scoccata da oltre 10 minuti. In due funivie diverse il gruppo sale in quota. Anche in questo caso Luca, nella prima funivia, riceve le istruzioni per condurre il primo gruppo oltre il primo muro, che rappresenta l'inizio della famosa ORNELLA, particolarmente difficile ed impegnativo molto spesso per le condizioni della neve. Salito il secondo gruppo ( Sasà Roberto ed Agostino ) ci si accorge che la neve ed ancora buona ed il muretto meno proibitivo del solito. Senza proseguire sulla Ornella si svolta a sinistra per la rossa SALERE una lunghissima rossa che a destra lascia Arabba ed a sinistra comincia ad intravedere la cima del Pordoi. Nella parte finale la pista confluisce nella rossa Salere Alpen Rose ai piedi del Pordoi. Dai 2500 di Porta Vescovo un dislivello di 526 metri, una pendenza media del 27% una lunghezza di circa 3 km ed una larghezza media di 40 metri. La neve è buona ma non perfetta trattandosi di una pista molto battuta nel Sella ronda arancione.

Saliti in cima al Pordoi l'azzurra 42 MARIA ci conduce alla seggiovia Lezuoi che porta il fantastico gruppo ai 2350 metri del Belvedere di Canazei. Sono quasi le tredici e nonostante velocità e compattezza il gruppo è in ritardo. Pertanto dopo la raccomandazione di non perdersi nei meandri delle piste di Canazei il gruppo, seguendo Roberto senza indugi, scia su una neve compatta non più dura, con il sole che fa capolino, divertendosi ad alternare sequenza di curve in conduzione E' la rossa PIAN DE FRATACES 3 km vari e divertenti: a muretti al 27% si alternano tratti quasi pianeggianti dove la velocità la fa da padrona. Il gruppo dopo aver superato gli incroci per Pecol ed Alba si lancia sull'ultimo tratto lunghissimo della pista. Un canalone non strettissimo ma particolarmente affollato. All'incrocio tra Canazei e Lupo Bianco, Roberto indica la deviazione per Lupo Bianco dove in fondo alla strada si scorge l'autobus De Silvestro che i primi arrivati non avevano individuato. Sono le 13 e 15. Una degna conclusione della 4 giorni sciistica: 33,2 km di percorrenza con 5,1 km di dislivello negativo (10,8 totale), da 1534 a 2741 di altitudine, dalle 8 e 55 alle 13 e 15 oltre 4 ore di sci, velocità massima 80,8 km/h, in 13 discese.


Il rientro

Il gruppo carica alla rinfusa gli sci sull'autobus preoccupato di non farcela complice anche il pessimismo e le previsioni negative dell'autista fiorentino. Roberto non demorde ed escogita un piano. In verità tutti escogitano un piano tra ritirare le valigie e cambiarsi nell'autobus a non cambiarsi proprio. A peggiorare la situazione il rientro degli scarponi e Sasà, Lucia e Monica e dei caschi delle ragazze. Giunti dopo 15 minuti al soggiorno Dolomiti, ci affrettiamo a recuperare le sacche per gli sci ed i bagagli. Per chi non può fare altrimenti, come Luca e Valentina, un cambio velocissimo con abiti messi alla rinfusa nelle valigie. In men che non si dica siamo sull'autobus con Sasà, Monica e Lucia che lasciano scarponi e soldi all'albergo e con il titolare che reclama (ancora) un supplemento inesistente per la prima notte. Chi vestito alla meno peggio, chi in tuta, sistemati gli sci nelle sacche il gruppo procede per Bolzano. Anche l'autista si fa meno pessimista. Una guida brillante sul Passo Costalunga, nonostante la presenza di un autobus sul passo che non riesce a superare (ed il Torino che pareggia al novantesimo contro la sua amata Fiorentina), fa arrivare l'autobus alla stazione di Bolzano 10 minuti alle 15. Ringraziandolo si scaricano i bagagli e si portano al binario. Sasà arriva alla stazione e quindi al binario ancora con il casco da sci in testa. Sistemati meglio i bagagli, un completamento del cambio e vari acquisti di panini ed il gruppo prende posto puntuale alle 15 e 05, non prima di aver caricato i numerosi bagagli riponendo gli sci un un solo scompartimento. Un treno puntuale consente a Luca e Valentina la coincidenza per Milano a Verona ed al gruppo di arrivare, nemmeno tanto stanchi, in orario alla stazione di Napoli. Sono le 21 e 33 e c' è un ultimo sforzo da compiere. Il trasporto di sci e bagagli con Roberto ed Agostino che devono caricare anche quelli di Luca e Valentina spediti all'andata. Tra zaino, trolley e sci e con l'aiuto prima di Nando e poi e Emilio passato gentilmente a prendere Roberto, Sasà ed Agostino si chiude uno ski tour memorabile,




Sintesi finale:

KM PERCORSI 169,4 ( 165,40 nel 2024)

DISLIVELLO NEGATIVO 33,1 KM (29,2 nel 2024)

VELOCITA' MASSIMA 80,8 KM/H (Luca 90,7km/h)

ORE DI SCI 26 ORE E 45 MINUTI



 
 
 

3 comentarios

Obtuvo 0 de 5 estrellas.
Aún no hay calificaciones

Agrega una calificación
Fofo
06 feb
Obtuvo 5 de 5 estrellas.

Che racconto eccezionale di un viaggio indimenticabile 💘

Me gusta

nandomonaco
02 feb
Obtuvo 5 de 5 estrellas.

Il mio primo ski tour con  Roberto, vecchio amico di tante avventure, ........


Superlativo.  Compagnia eccezionale .Esperienza unica da ripetere sicuramente.  Organizzazione eccellente. Emozioni a go go.


Complimenti al " CAPO" esperto conoscitore delle dolomiti che ha tracciato un itinerario suggestivo con paesaggi mozzafiato.


PS: ma come fa Roberto a ricordarsi con dovizia di particolari tutto!


Me gusta

Alfonso Calabrese
Alfonso Calabrese
30 ene
Obtuvo 5 de 5 estrellas.

Wow !!!

Me gusta

© 2025 designed by Alfonso Calabrese

bottom of page