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Il cancello di Monteforte

  • Immagine del redattore: Alfonso Calabrese
    Alfonso Calabrese
  • 15 ott 2023
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 20 ott 2023

16 Km; 490 md+; traccia; relive; video

E si, questa volta il cancello è stato invalicabile e il nostro team si è dovuto arrendere e tornare indietro sui propri passi. E' stata però l'occasione per scoprire un paio di nuovi e trail e quindi archiviamo questa nuova avventura in modo positivo.


Ma procediamo con ordine e partiamo dall'inizio.


Nonostante un inizio autunno caldo e praticamente privo di pioggia, dal rientro dalle vacanze agostane questa questa è solo la nostra seconda uscita. Dopo la bella avventura di Castel di Sangro, infatti per indisponibilità di molti tra noi, non siamo mai riusciti ad organizzare escursioni nello stile B&S, ma solo brevi uscite cittadine o nei Campi Flegrei. Abbiamo quindi tutti voglia di un giro lungo ed appagante. La scelta cade sui castagneti irpini tra Forino e Monteforte, che visto il periodo, dovrebbero essere carichi di ricci e castagne. Inizialmente in molti sembrano interessati e sicuri della loro partecipazione. Dopo il KO di Roberto, in giro per lavoro e Francesco, ancora con problemi al ginocchio ("Forza France', ci manchi !"), tutti gli altri confermano. Tutti hanno voglia di raccogliere un po' di castagne e gli zainetti vengono preparati per l'occasione. Poi però uno dopo l'altro, Nicola, Gaetano ed infine Fabio vengono meno. Alla partenza a Forino comunque siamo un bel gruppo di 4 eccellenti bikers: Alfonso, Andrea, Mario e Raimondo/Peppe di Forino. Qui i nostri eroi ad inizio giro, con una "griglia" alle loro spalle. Con il senno di poi un chiari e funesto presagio di quello che andremo a raccontare (e che dà il titolo al blog di oggi).

Il piano iniziale, come da giro fatto nell'autunno del 2022, prevede 26 km, per 650 m di dislivello, con partenza da Forino, trasferimento in direzione Nord verso Monteforte Irpino, scalata del Monte Esca (che divide Monteforte da Forino da Est verso Ovest), poi proseguire in direzione Sud verso il Poggio Boschitiello e rientro a Forino, completando l'anello in senso antiorario. Ma come detto il piano viene stravolto da un cancello e dalla severa proprietaria di un castagneto.

Per i più didascalici e precisi, di seguito il confronto tra il percorso iniziale 8a sinistra) e quello effettivo. A seguire la mappa dinamica dell'avventura di oggi ed il link per la navigazione interattiva 3D (link)

Ci ritroviamo al cimitero di Monteforte alle 8.30. Come da tradizione il primo ad arrivare, con larghissimo anticipo, è Mario. A seguire le auto di Alfonso con Raimondo ed infine quella di Andrea. Breve set-up delle bici, controllo ed adeguamento della pressione delle gomme e partiamo alla volta del centro di Forino e del bar pasticceria Carmen, dove Mario offre un ottimo caffè, accompagnato da saporitissime sfogliatelle frolle.

Lasciato il bar, ci fermiamo ai piedi del celebre Palazzo Leoni, costruito nel 1726 ed esempio dello stile tardo gotico, che ha in Irpinia numerose testimonianze risalenti agli inizi del 700. Con alle nostre spalle le merlature del palazzo, cominciamo una lunga salita su asfalto, lungo la provinciale che collega Forino a Monteforte Irpino.

Saliamo per circa 7 km, superando un dislivello di poco più di 200 metri, quindi non troppo duro. A sinistra ci accompagnano lunghi filari di castagni. I terreni sono recintati e la raccolta è in pieno fervore. I ricci vengono raccolti, svuotati e poi accatastati per essere bruciati. La cenere infatti viene poi utilizzata come fertilizzante. Scorgiamo i primi fuochi e qualche riccio caduto sulla strada. La nostra prima impressione è che quest'anno la raccolta è molto meno abbondante del 2022.

Da registrare un pacato battibecco tra Alfonso ed il titolare, presumiamo, di uno di questi terreni. Il signore redarguisce Alfonso di aver scattato una foto non autorizzata del loro terreno (L'immagine con i falò. ndr). Con modi tranquilli ed educati, ma fermi e decisi, Alfonso fa notare di essere su una pubblica via e di stare fotografando il panorama avendo cura di non riprendere le persone (come da articolo 615bis del codice penale, ndr). Il malcapitato cerca di insistere, ma non riesce in alcuno modo a smontare il ragionamento di Alfonso. Dopo avergli augurato una stupenda giornata ed un buon raccolto, proseguiamo la salita fino al varco del sentiero per il monte Esca.

Fino questo punto le cose vanno come da programma. Entriamo nel sentiero ed affrontiamo la dura salita per altri 2,6 Km, Dopo un primo tratto disboscato di recente, ci immettiamo nel fitto del bosco di faggi e castagni.


Sono presenti ricci, ma in quantità veramente modesta e sono o vuoti o pieni di castagne piccole e per lo più bacate. L'onnisciente Raimondo/Peppe di Fornio, e per l'occasione ricercatore di chiara fama in botanica boschiva, ritiene che nel bosco ci sia una forte prevalenza del "fagus mediterranei" (faggio mediterraneo, ndr) e che questa sia la causa delle poche castagne. I 3 compagni di Raimondo, guardano l'amico con occhi increduli e sanno che tali elucubrazioni vengo più dallo sforzo fatto in salita che dalle sue competenze tecniche.



Proseguiamo e la salita si fa sempre più dura. Arriviamo ad un punto dove partano numerosi altri sentieri. Ci fermiamo per consultare meglio le mappe e decidiamo di prendere la terza via in direzione ovest. Il sentiero è inizialmente non pedalabile, segnato da un profondo canale centrale scavato dalle acque piovane. Poi la pendenza si addolcisce e pedaliamo fino ad incontrare un primo cancello. Lo superiamo ed entriamo in un appezzamento terrazzato. Qui le castagne sono numerose e belle grandi. Ma nel dubbio (o forse potremmo dire nella certezza) di essere in un fondo privato non ci fermiamo a raccoglierle e dopo aver perlustrato una via senza uscita, decidiamo di scendere lungo i terrazzamenti. Occorre attraversare questo fondo da est ad ovest per tornare sulla nostra traccia.

Dopo un paio di tornanti, il latrato dei cani anticipa l'intervento di una signora intenta alla raccolta. La signora è a dir poco contrariata. "Non dovete passare di qui. Lo ripetiamo a tutti i ciclisti. Potete venirci quando volete, ma nel mese di Ottobre qui effettuiamo la raccolta e con le bici schiacciate i ricci." Ci scusiamo e proviamo ad impietosire con un classico: "Stiamo scendendo dalla montagna e ci siamo persi" e poi "sia gentile signora dobbiamo tonare alle auto e non sappiamo come fare. Ci apra il cancello verso ovest per favore". E' Raimondo a condurre la negoziazione, cercando di proseguire lungo la traccia ed indicando il cancello alla sua sinistra. "Mi dispiace ma quel cancello è chiuso con le catene", obietta con fare fin troppo gentile la signora, "però posso farvi uscire di qui", indicando il cancello a destra, ovvero la direzione da cui provenivamo. Nonostante le nostre insistenze sembra non cedere. Ci giochiamo anche la carta "occhi verdi" di Andrea che sorridendo sussurra "signora sicura che non possiamo passare ?". Ma la signora resta inflessibile. A questo punto non ci resta che ringraziare ed usciamo da destra. Dopo alcune centinaia di metri, e qualche ramo basso, siamo nuovamente al punto di diramazione, lasciato mezzora fa.

Il piano di oggi è del tutto saltato. Non esistono altri sentieri per raggiungere il versante ovest. Siamo quindi costretti a tornare lungo il sentiero percorso in salita. Lungo la discesa proviamo a raccogliere le poche castagne presenti, le stesse che avevamo disprezzato in salita. Poi, cercando di aumentare il magro bottino, prendiamo un sentiero secondario che ci porta su una bella cresta, poco sotto la cima del monte Esca. Qui ammiriamo uno stupendo paesaggio.

Il sentiero però è un vicolo cieco. Torniamo quindi giù e senza troppe pause-raccolta arriviamo nuovamente alla provinciale tra Monteforte e Forino. L'opzione di scendere a Monteforte via asfalto e poi risalire al boschetto su sterrato, aggirando quindi il fatidico cancello ma aggiungendo una decina di chilometri ai 26 iniziali e altri 400 metri di dislivello, viene bocciata sul nascere, Decidiamo però di continuare l'esplorazione e ci buttiamo in un secondo sentiero a noi sconosciuto, in direzione Est. E' l'occasione per raccogliere ancora qualche castagna. Pedaliamo per circa 500 metri ed incontriamo due escursionisti che ci spiegano che il sentiero ci avrebbe condotto su una nuova cima (quella vista dalla cresta del monte Esca) per poi ridiscendere su Forino.


Il piano è allettante ma sono già le dodici e temiamo di fare troppo tardi per il rientro ad ora di pranzo. Dietrofront e si torna alla strada e poi, dopo 10 minuti di discesa, alle auto.


Alla fine saranno solo 16 i chilometri percorsi, con poco meno di 500 metri di dislivello. Poche anche le castagne raccolte, ma come sempre tanta allegria e divertimento. Ci salutiamo con l'impegno di rivederci presto per un'altra avventura Bike & Ski, sperando che il resto del team esca dalla "uallerite cronica aggravata" (la diagnosi è del nostro mitico doc Raimondo/Peppe).





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