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Il cavaliere nero e il tartufo bianco

  • Immagine del redattore: Alfonso Calabrese
    Alfonso Calabrese
  • 16 mar 2024
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 17 mar 2024

24km; 630md+; traccia; relive; video


"C'era una volta in un regno lontano un cavaliere nero ed un cavaliere bianco. Un giorno il cavaliere bianco sfida a duello il cavaliere nero ...". Questo è l'incipit di una famosa barzelletta di Gigi Proietti ed è la barzelletta che Francesco racconterà ad Alfonso e Raimondo durante la dura salita del giro di oggi, per risollevare il morale, già ai minimi storici dopo pochi chilometri. Sulla barzelletta torneremo poi, così come spiegheremo il riferimento al tartufo bianco. Ora però è opportuno cominciare dall'inizio.


Con il solito breve preavviso, questa volta di 48 ore, Alfonso propone al gruppo due opzioni per il secondo weekend di marzo. Le alternative sono: sabato 16 al lago Laceno o domenica 17 al Partenio. Un oramai smaliziato digitalmente Raimondo lancia una poll su wapp, che vede un plebiscito per il Laceno. Si iscrivono all'escursione nell'ordine di forma fisica decrescente Santino, Raimondo, Francesco, Alfonso e Fabio. Declinano il convalescente Nicola (forza Nic, tra poco tornerai in sella) , il sempre indaffarato Andrea e Mario, anche lui occupato nel week-end ma che si concede un suggestivo trail venerdì a Procida.


L'appuntamento è fissato per le 9 al parcheggio ovest del lago Laceno. Già venerdì sera arrivano però i primi dietrofront o meglio le non conferme di Fabio (stavolta il motivo sono i postumi dell'influenza, ma sembra sia stato visto ballare fino alle 3 nei nights napoletani più esclusivi o forse si tratta di un sosia). Anche di Santino non giunge conferma, a causa di problemi logistici.

Ecco quindi che in quel di Laceno partono motivati ed infreddoliti il trio più assiduo, A-F-R.




Montate le bici e lasciate le auto, cominciamo a girare intorno al lago e raggiungiamo un bar per un caffè ristoratore. Proseguiamo per circa 4 chilometri in piano su asfalto. La temperatura intorno ai 6 gradi ed un brezza costante comincia a far effetto. Viste le temperature primaverili degli ultimi giorni, non eravamo preparati ad un clima così rigido ed il nostro abbigliamento forse è un filo leggero. Francesco si ferma ed indossa un key-way. Proseguiamo ma cominciamo a perdere sensibilità a mani e piedi.


Al chilometro 3.9 inizia la salita, con una pendenza subito intorno al 7%. L'effetto su di noi è positivo perché dopo pochi minuti la sensazione del freddo si riduce sensibilmente. Procediamo a buon ritmo nonostante la pendenza. Francesco ci allieta con i suoi consueti e sempre interessanti discernimenti tecnici sulle centrali nucleari.

La pendenza non scende mai sotto il 5% e siamo costretti ad una prima pausa. Raimondo sembra già sfinito, si siede sul parapetto di un tornante mentre Alfonso immortala Francesco su uno sterrato vicino al punto di sosta.



"Ragazzi, la sapete quella del cavaliere nero ?", per rianimare Raimondo ed Alfonso, Francesco decide di raccontare una barzelletta. "Forza spara sta barzelletta" è la risposta di un Raimondo, con lo sguardo perso nel vuoto. Non abbiamo una registrazione video dell'evento e preferiamo riportare l'originale del grande ed indimenticabile caratterista romano.



Dopo la pausa torniamo in sella e continuiamo a salire. Ora il ritmo è calato ed in qualche tratto Raimondo prima, e Francesco poi, si fermano e procedono a piedi. Alfonso invece sembra aver trovato delle insospettate energie e procede sicuro. Pagherà a caro prezzo questo suo guizzo, ma di questo parleremo più avanti.



Dopo una brevissima discesa su asfalto, al chilometro 8 ci immettiamo su sterrato. e continuiamo a salire. Come da tradizione, Raimondo e Francesco ogni 2 minuti chiedono quanto manchi alla fine della salita e sempre come da tradizione Alfonso fornisce una serie di dati quali distanza lineare, metri di dislivello e tempi di percorrenza. Indicazioni che per Alfonso sono precise e sicure, mentre per Raimondo sono totalmente inaffidabili.

All'ennesimo scollinamento, in un piccolo pianoro, decidiamo di fermarci e gustare due ottimi pezzi di crostata, preparata dalla brava e paziente moglie di Raimondo. Siamo al chilometro 11, su 24 totali, e abbiamo superato 400 metri di dislivello, su 630 totali.



Ripartiamo. Alfonso annuncia che il percorso prevede ora una discesa e poi 3 chilometri di falsopiano. Questo segmento si rivela molto bello. Percorriamo un largo sentiero tra i boschi, sul costone della montagna e con un burrone alla nostra sinistra.



Completato questo tratto, la traccia ci indica di svoltate a destra e qui si staglia difronte a noi ancora una ripida salita. Qui di seguito lo scatto che immortala lo stupore del nostro Raimondo nell'intravedere la pendenza del nuovo tratto.



Sordo alle invettive di Francesco e Raimondo che si domandano come abbia fatto a preparare un giro ad anello dove si sale sempre, Alfonso svolta a destra ed inizia a pedalare lungo la dura salita.

Dopo circa mezzora incontriamo un cercatore di tartufi con il suo fido cane. Raimondo, grande estimatore dei corpi fruttiferi del fungo Ascomycota comincia ad interrogare il malcapitato su tecniche, tipologie e la preziosa verità del tartufo bianco (2000 Eur al chilo, l'ultima quotazione del fornitore ufficiale di Raimondo) e i posti dove ritrovare le preziose gemme. Dopo aver avuto indicazioni su dove comprare giù a Bagnoli Irpino dei tartufi di buona qualità, salutiamo e riprendiamo il giro. Francesco, spiegandogli brevemente il percorso, gli domanda anche quanto mancasse allo scollinamento, ma il cercatore, pur essendo della zona, non conosce il sentiero che prevede la nostra traccia. La cosa non depone bene e la fiducia ad Alfonso è ora ai minimi storici.


Continuiamo a salire, superiamo 1400 metri slm e incontriamo anche la neve. Alfonso tranquillizza che mancano solo poche centinaia di metri allo scollinamento. Raimondo e Francesco gli fanno "carinamente" notare che la stessa cosa l'aveva detta un chilometro fa.



Finalmente arriviamo alla quota massima, siamo a circa 1500 metri slm. Ora inizia la discesa ed il divertimento. O almeno cosi speravamo. Il primo tratto è ripidissimo, con stretti tornanti ed un fondo di terreno umido, coperto da 20 centimetri di foglie secche.

Proviamo a lanciarci ma le bici scivolano come delle saponette. Raimondo, che è in sella ad una front, cade rovinosamente per due volte. Procediamo quindi con molta cautela. Poi il sentiero si allarga e prendiamo velocità.

A questo punto Alfonso comincia ad arrancare. Gli sforzi in salita hanno prosciugato tulle le sue energie. La vista si annebbia e vede lampi di luce. Si ferma e si stende. Un sorso d'acqua, una barretta energetica ed una bustina di zucchero sono sufficienti a rimetterlo in sesto.


Riprendiamo a scendere e dopo qualche incertezza sul sentiero, non sempre visibile arriviamo agli abbeveratoi e poi al grande pianoro ad ovest del lago.



Siamo quasi alla fine. proviamo a seguire uno sterrato che corre parallelo alla strada. Ma è troppo malmesso e decidiamo di scendere su asfalto. Dopo pochi minuti siamo al lago ed alle auto. Il giro si conclude dopo 4 ore e mezza, con 24 chilometri percorsi e 630 metri di dislivello totale. E' stato un giro molto intenso, che ha messo a dura prova i tre cavalieri neri di oggi, ma che alla fine anche stavolta hanno raggiunto la meta ed il loro tartufo bianco, ovvero la gioia di un'altra giornata di sport ed avventura che ricorderanno per sempre.




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