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Il torrido anello di Lauro

  • Immagine del redattore: Alfonso Calabrese
    Alfonso Calabrese
  • 7 lug 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

23Km; 780md+; traccia; relive

Nonostante il giro non presentasse particolari insidie e fosse stato percorso tante volte nel passato, i 35° hanno reso durissima l'avventura di oggi dei nostri bikers. L'idea di passare alle e-bike si fa sempre più concreta o, secondo alcuni, quasi del tutto imprescindibile.


Ci ritroviamo a Lauro alle 8.30 di una caldo sabato di inizio luglio. In auto giungono Alfonso, Raimondo e Roberto. Santino, da vero biker, è già al punto di rendez-vous, essendo partito in sella da casa ed avendo già percorso 25 km e 700 metri di ascesa.

Subito un imprevisto. "Alfo' che dici gonfio un po' le ruote ?". Roberto, dopo aver montato la sua Scott Spark in carbonio (bici che fu del nostro compianto presidente Generoso), monta in sella e prova le ruote. "Giusto un paio di colpi alla ruota posteriore", risponde un già accaldato Alfonso. Roberto, gradissimo atleta, nonché imprenditore di chiara fama, dotato di abilità diplomatiche e di una cultura enciclopedica storica e geografica, ma poco avvezzo alle attività manuali, nel gonfiare la ruota spacca in due la valvola. Prima di partire, dobbiamo quindi sostituire la camera d'aria. "Roby hai la camera di scorta? ". Lo sguardo perso nel vuoto di Roberto rende chiaro il fatto che il nostro Ironman non era preparato a questa evenienza. Il sempre previdente Alfonso fornisce e monta, con l'ausilio di Raimondo, la nuova camera. Proti per l'avventura, andiamo al bar per il tradizionale caffè di inizio giro.



Il team sembra motivato e in buono stato di forma. Dopo il primo chilometro in piano, percorso in allegria, inizia la lunga salita verso la vetta. Sono dieci chilometri ad una pendenza media del 7%. Dieci maledetti chilometri. Il gruppo si sfilaccia già dalle prime battute. Ironman Roberto e Super Santino si staccano e procedono spediti ad un ritmo di 7-8 km orari. Ad un ritmo più compassato (5 km/h) si assesta il Direttore tecnico Alfonso, che oggi non sembra particolarmente brillante. In coda, Peppe di Lauro- Raimondo, che procede alla sua cadenza di 3-4 Km orari.



I due apripista sono costretti a fermarsi più volte per aspettare gli amici, già in evidente difficoltà. In effetti la salita, pur lunghissima e ripida, non dovrebbe essere un ostacolo insormontabile. Ma la temperatura odierna, mai al di sotto dei 29 gradi, con picchi di 36, e la quasi assenza di vento, rende la scalata durissima.


Al chilometro sei dalla partenza, all'ennesima sosta ossigeno, Raimondo comincia paventare l'ipotesi del dietrofront. Ma dopo ogni stop, le energie ritornano. E si riparte.



Arriviamo non sappiamo bene come alla prima cima. L'acqua in dotazione è al minimo. I crampi cominciano a torturare i nostri polpacci. Raimondo, in un sprazzo di lucidità, decide di mangiare una barretta che ha sistemato la mattina con cura nel suo nuovo zainetto. Alfonso e con lui a pochi metri. Abbastanza vicino da avvertire uno strano verso dell'amico. Raimondo si appena reso conto di stare addentando una barretta di croccantini della sua cagnolina. E' ancora Alfonso a salvare l'amico, fornendogli una più adeguata barretta "per umani".

Intanto Santino e Roberto, tornano indietro spaventati dalla presenza di alcuni grossi cani. Decidiamo di procedere in gruppo. Non appena scorgiamo i cani, scendiamo e ci mettiamo in posizione di difesa a quadrilatero romano. Ma i "feroci cagnoni" si mostrano docili e mansueti e non accennano a lasciare l'ombra dei loro giacigli.



Superata l'insidia canina, dobbiamo ora percorrere l'ultima salita che ci porterà al punto di scollinamento verso la piana di Prata. Abbiamo le labbra secche e l'ultimo chilometro di salita sembra interminabile. Poi finalmente scolliniamo. A velocita moderata, viste le condizioni psico-fisiche, ci lanciamo sino alla piana e poi iniziamo il lungo trail Pampina.



La Pampina è un lungo trail offroad di circa 7,5 chilometri ed un dislivello negativo di 480 metri. Un percorso con numerosi bivi ed susseguirsi di tornanti prima nel bosco, poi nelle siepi ed infine su un lungo e ripidissimo tratto di pietraia e brecciolino.

Visto che oramai è tutta discesa, il team ha ritrovato brillantezza e verve. Raimondo decide di essere il primo a scendere "Voi siete lenti e tanto conosco il sentiero". Santino: "vai Raimondo ti seguiamo". Roberto: "Forza che ora ci divertiamo". Alfonso: "Ok Raimondo procedi. Ti ricordi che tra un po' occorre non seguire la via larga e svoltare a destra ?". Raimondo: "Certo, tutto ok. Partiamo".

E partiamo. La Pampina, forse con la Panoramica del Partenio ed il trail Chiancolelle, al valico di Chiunzi, sono i trail tra i più divertenti che abbiamo in Campania. Ed i primi 3 chilometri volano via che è un piacere. E poi arriviamo alla svolta, che Raimondo non vede e prosegue dritto, seguito da Santino e Roberto. Alfonso si accorge di essere fuori traccia ma oramai gli amici sono lontani. Li raggiunge dopo pochi minuti, quando Raimondo si accorge dell'errore. Questo versante però è pieno di alternative e quindi in teoria anche questo sentiero potrebbe portarci a valle. Decidiamo di proseguire ancora per un centinaio di metri, ma il sentiero si chiude e capiamo di non poter andare oltre. Ci tocca risalire. Le energie, già scarse all'inizio della discesa, sono oramai terminate. Ci trasciniamo lungo la salita e spremiamo le ultime gocce d'acqua dalle borracce oramai secche.

Alfonso e Roberto trovano la giusta deviazione e riprendono la discesa. Santino aspetta Raimondo che oramai è in condizioni prossime allo svenimento. Riferirà poi di aver visto luci lampeggianti e strani bagliori celesti.

Forse uno di questi bagliori veicola il miracolo e fornisce un barlume di energia al povero Peppe di Lauro. Ci ritroviamo dopo poco e scendiamo con prudenza. Forse anche troppa. Santino si produce in una bella caduta per scansare Raimondo, fermo a contemplare il cielo nel bel mezzo di una curva.

In completo stato di disidratazione, ma senza altri intoppi, arriviamo a Quindici e di lì su strada il leggera discesa fino alle auto. Ma non ci fermiamo. Ci fiondiamo nel nostro bar per reidratarci.

Seduti, attaccati a borracce nuovamente piene e Gatorade passiamo in silenzio 10 minuti. I 10 minuti che ci riportano in vita. E poi dopo un assaggio di parigine e focacce ci salutiamo. L'eroico Santino rifiuta un passaggio e si rimette in sella per rientrare a casa sotto il sole delle 2. Arriverà a casa sano e salvo in poco più di un ora.


E qui finisce l'epopea di oggi. Grazie per la lettura ed alla prossima avventura targata Bike & Ski.


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