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La cresta del Monte Somma

  • Immagine del redattore: Alfonso Calabrese
    Alfonso Calabrese
  • 13 dic 2020
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 14 dic 2020

12km; 600mD+1; traccia; relive

Dopo numerosi week-end girovagando tra i Campi Flegrei, il nostro team aveva voglia di misurarsi nuovamente con lo sterrato, affrontando salite degne di questo nome e lanciandosi in discesa sui sentieri tra alberi e rocce. Avevamo bisogno di sentirci nuovamente vivi, tra le nostre amate montagne.

Al momento non è ancora possibile allontanarsi dalla provincia e quindi decidiamo di tornare sulla cima dei quella che noi napoletani chiamiamo semplicemente "a' muntagna".

Sul Vesuvio in effetti manchiamo da un bel po'. Al momento però, a causa degli incendi e delle frane, la condizione dei sentieri è molto precaria. Occorre un approfondimento. Il direttore tecnico del gruppo, Alfonso, analizza le tracce percorse nei giorni scorsi dai bikers della zona. Decidiamo quindi di affrontare la ripida salita del monte Somma, da Ottaviano e ci diamo appuntamento alla 8.45 proprio alla base del sentiero.

Rispondono presente Raimondo, oggi per tutti Peppe Vesuvio, Roberto, Alfonso e gli oramai consolidati nuovi membri del core team, Gerardo e Fabio.

L'avventura comincia ben prima di mettere le bici sul terreno: a causa di una interruzione sulla superstrada dei paesi vesuviani, ci perdiamo tra mille stradine di campagna. Seguiamo il navigatore che però, lui stesso, non sembra avere le idee chiare. Finalmente arriviamo ad Ottaviano, ma occorre arrivare alle pendici del monte Somma. Voltiamo in una stradina e solo i buoni riflessi di Alfonso, consentono di fermare le auto pochi metri prima di un bassissimo cavalcavia, che avrebbe sicuramente ghigliottinato le MTB montate sul tetto dell'auto di Roberto.

Ad ogni modo, dopo alcune deviazioni "a sentimento" proposte da Peppe Vesuvio, arriviamo al punto di ritrovo.

Set up rapido delle bici, e siamo subito su una ripidissima salita su asfalto, tra il 10 ed il 14%!

Arranchiamo, anche perché siamo freddi e la giornata pur assolata è gelida: Roberto ci informa della temperatura: 8° (ndr Non sappiamo per quale motivo, ma Roberto ci terrà costantemente informati delle temperatura durante tutta l'escursione).

Dopo 8 tornanti della morte, finalmente finisce l'asfalto. Non la pendenza che si mantiene stabile intorno al 10%.


Incrociamo numerosi escursionisti trekking e qualche sparuto bikers. Capiremo dopo il perché siano così pochi oggi i "colleghi bikers" !

Roberto ed Alfonso sembrano in ottima forma, seguiti a ruota da Gerardo e da Fabio, oggi in muscolare. Nelle retrovie un insolito Raimondo, oggi molto giù di corda, che stoicamente trascina le sue stanche membra, faticosamente, metro dopo metro sul ripido sentiero.

Gerardo e Fabio borbottano sul fatto che mai più accetteranno le idee di Alfonso senza controllare le pendenze. Roberto ci allerta che la temperatura scende (6°).

La salita tosta, ma riusciamo a rimanere in sella. Occorre però di frequente fermarsi per superare i tratti ostruiti dai pini caduti a causa delle frane e del vento.



Arriviamo allo slargo da cui si diramano 3 sentieri. Qui incontriamo un giovane escursionista che ci scatta la consueta ed immancabile foto di gruppo. Gli esponiamo il nostro piano, ovvero prendere il sentiero Nord e raggiungere Punta Nasone. Il ragazzo ci sconsiglia di proseguire: troppi alberi caduti e salite impossibili. Ci indica il sentiero Ovest più tranquillo e libero da ostacoli. Lo ringraziamo dei preziosi suggerimenti e, sprezzanti del pericolo, ci dirigiamo sul sentiero Nord !



La parte iniziale del sentiero è molto piacevole; saliscendi dolci e panorami mozzafiato sulla piana dell'agro-sarnese. Superiamo un paio di alberi caduti e qui incrociamo due bikers in discesa: "Ragazzi proseguire è impossibile, lasciate perdere dopo quella curva c'è l'inferno.". Rapida valutazione di gruppo e anche sulla scorta dell'opinione di Raimondo/Peppe Vesuvio, decidiamo di proseguire.


In effetti alla fine saranno più di trenta i tronchi da oltrepassare, alcuni dei quali sarà necessario superare effettuando un passamano delle bici. Ma il team è affiatato ed in forma (anche Raimondo sembra essersi ripreso).


Arriviamo al bivio per punta Nasone. Temperatura scesa sui 5°, forte vento. Si prosegue e dopo ancora poco meno di 800 m arriviamo alla cresta. La pendenza è sempre importante e a ciò si aggiunge il fondo sabbioso che in alcuni tratti rende impossibile proseguire in sella.



Arriviamo in cima: qui la vista del Vesuvio è impagabile. A destra il mare di Castellammare fino a Sorrento ed a destra nitidamente il golfo di Pozzuoli ed i Campi Flegrei.


Il vento è fortissimo e gelido. Roberto ci avverte che siamo a 4°. Il tempo di fare qualche foto e poi torniamo sui nostri passi fino al bivio.

Qui la traccia ci indica di prendere i sentiero Sud, che però è completamente ostruito da un enorme pino collassato. Peppe Vesuvio non si scompone ed a piedi va in avanscoperta, risalendo il crinale sabbioso per aggirare l'ostacolo. Ci urla che possiamo proseguire. Ovviamente gli dobbiamo portare la sua stagionata MTB (15 kg ) ed ha anche l'ardire di segnalare che la stessa non gli è stata passata nel modo giusto !

Dopo un veloce trasferimento ci ritroviamo nuovamente sulla cresta, in un punto più a Sud. Qui Peppe suggerisce di scendere per un sentiero con una pendenza del 45% (o forse più). Roberto non prende neanche in minima considerazione queste via e dopo aver chiesto ad Alfonso la direzione, si lancia sul sentiero che corre lungo la cresta del vulcano.

I tratti successivi saranno belli, tecnici, sabbiosi, ripidi e rocciosi. Ci sentiamo stanchi, ma di nuovo vivi e felici sulle nostre fiammanti MTB.




Gerardo non si fida ancora delle sue innate capacità di biker e prosegue a piedi. Fabio oggi ha una front con copertoti talmente consumati che anche degli slick avrebbero più presa. Ma nonostante tutto si butta a capofitto e governa alla grande i tratti in discesa.



Arriviamo ad un bivio: sentiero Est in discesa verso Ottaviano; sentiero Sud lungo la cresta.

Raimondo prende di nuovo la testa del gruppo e si spinge sul sentiero Sud. Il tratto della cresta è molto stretto, con il precipizio a destra ed a sinistra. Alfonso, dopo aver controllato con un maggiore livello di zoom la traccia, si rende conto che siamo sul sentiero sbagliato. Quello giusto è più a valle. Roberto suggerisce di tornare indietro e scendere sul sentiero Est. Alfonso appoggia ed urla a Raimondo di tornare indietro. Raimondo non è convinto: borbotta qualcosa di indecifrabile (e forse è meglio così), ma per questa volta non si impunta e torna indietro. Il tempo di scattare una foto epica a Roberto e poi torniamo indietro.



Il sentiero Est si rivela molto bello: pochissimi ostacoli. Lo percorriamo ad alta velocità e dopo pochi minuti ci ritroviamo sullo slargo della foto di gruppo. Non ci fermiamo e percorriamo a ritroso il sentiero fatto all'andata. Sono 10 minuti di discesa a tutta. No foto, no pause ma puro e profondo divertimento. Arriviamo alle auto con un sorriso a 32 denti stampato sulla faccia !


Alla prossima avventura.










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