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La diaspora sul Partenio

  • Immagine del redattore: Alfonso Calabrese
    Alfonso Calabrese
  • 5 giu 2022
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 11 giu 2022

Il titolo dell'avventura di oggi, così come la presenza di ben 3 diversi percorsi, fanno comprendere al lettore che qualcosa dell'escursione odierna è andata storta. Ed infatti un giro a tre si è trasformato in tre diverse odissee, dove i nostri bikers, ritrovatisi da soli, dovranno superare mille insidie per tornare alla base.


Ma partiamo dall'inizio. Scelto in settimana il Partenio come location per l'altitudine, che ci consentirà di girare a temperature accettabili, effettuiamo l'appello su wapp: si giustificano nell'ordine Andrea, Roberto, Fabio, Mario e Nicola. Pronti a partire gli indomabili Alfonso, Francesco e Peppe/Raimondo.

Per necessità logistiche i 3 arrivano a Mercogliano ognuno con la propria auto, dettaglio questo che sarà parte dei problemi di oggi.

In perfetto orario prendiamo la funicolare delle 9.15 per il santuario di Montevergine.

Arrivati alla stazione a monte ci mettiamo in sella e cominciamo a salire verso la vetta. Oggi infatti Alfonso ha preparato una traccia che tocca la vetta di Montevergine a 1495m slm. Arriviamo alla cima alle 10.00 in punto.






Iniziamo quindi la discesa lungo il single track "Lo Chalet". Oggi i nostri bikers sfrecciano che è un piacere lungo lo stretto e ripido sentiero nel fitto bosco di lecci e faggi.






Arrivati al rifugio, proseguiamo sempre in discesa sul trail sconnesso del Malopasso fino a giungere al Campo di Summonte.






Dal rigoglioso pianoro di Summonte, continuando a seguire la traccia, giungiamo a Fonte San Giovanni. Lungo il tragitto Raimondo verifica la praticabilità del trail Faggeta, che dovremo percorrere per salire a Campo Maggiore.

Arriviamo alla fonte, sono le 10.30.

Abbiamo percorso 8 km dalla stazione a monte della funicolare.

E qui inizia l'odissea.


Ora il racconto si divide e riportiamo le sensazioni vissute in solitaria da ogni protagonista. Iniziamo con il racconto di Raimondo, scritto di suo pugno a poche ore dal rientro a casa, convinto di essere stato abbandonato di proposito da Alfonso e Francesco.


Il racconto secondo Raimondo


“Alfonso andiamo insieme oppure ognuno con la sua macchina?” “Ognuno per fatti suoi!!!”

L’ingenuo Raimondo avrebbe dovuto capire già in quel momento, ma fidandosi del suo compagno di tante avventure acconsentì senza dubbi.

Inizia così la storia dell’abbandono di Peppe sul Partenio in una giornata assolata e calda di giugno. Presa la funicolare si inizia il giro con il solito Chalet e la solita discesa del malopasso. Arrivati a piana di Summonte l’ingenuo Peppe va a controllare se la salita della Faggeta era praticabile e torna a riferire ai suoi compagni di avventura Alfonso e Francesco. Ma è qui che comincia l’inganno!!!!! “Andiamo alla fonte” chiosa il traditore Alfonso. Peppe l’ingenuo lo segue senza controbattere. Ma dopo essersi rifocillati ecco che scatta la trappola!!!! Peppe si avvia verso la piana per raggiungere la faggeta e i due ex amici scendono furtivamente per il sentiero che continua per Baiano e che girando a destra alla sbarra sale verso il luogo chiamato bosco Cupone. Niente di tutto ciò era programmato. Il povero Peppe attende per 20 min l’arrivo dei suoi aguzzini, inutilmente, poi avvisato da due passanti con il 🐕 viene a sapere del cambio di programma. Torna indietro verso la fonte ed incontra un gruppo che vedendolo in solitario tra un risolino e l’altro gli comunicano che i suoi “ex” compagni di viaggio sono andati dal lato opposto. Ancora fiducioso si avvia verso la faggeta a ritmo blando in attesa di ricompattare il gruppo fiducioso del riconoscimento di un errore di percorso e del ritorno dei suoi ex amici sulla strada già programmata. NULLA DI TUTTO QUESTO!!!! ABBANDONATO!!!!!

Peppe non si perde d’animo e sale la faggeta in 45 min e si immette sulla discesa della panoramica scavalcando rami, rocce ed ogni sorta di difficoltà. Ma purtroppo ecco l’imprevisto: ruota bucata e crisi ipoglicemica. Peppe si rifugia all’ombra di un albero si siede aspetta il ritorno della lucidità e cambia la camera d’aria della ruota posteriore. Riprese le forze ricomincia la discesa ma un crampo al quadricipite lo costringe a scegliere una più rilassante discesa su asfalto ad una adrenalina discesa sulle scale del pellegrino. L’arrivo alle auto è preceduto da una sosta al bar per una Gatorade rigenerante ed un’occhiata al telefono dove trova telefonate e messaggi dei traditori che forse volevano accertarsi della riuscita del loro piano diabolico. Ma Peppe del Partenio si piega ma non si spezza.


Il racconto secondo Alfonso


Dopo essersi rifocillati alla fonte ripartiamo. Raimondo parte a razzo, mentre Francesco ed Alfonso si attardano nel risistemare borracce ed action cam. Come da tradizione Alfonso segue la traccia e svolta verso Baiano. La traccia infatti non prevedeva di tornare a campo di Summonte, ma di proseguire per bosco Cupone e da lì raggiungere in salita campo Maggiore. Dopo pochi metri ci rendiamo conto che Raimondo non c'è. Non c'è campo sui cellulari. Domandiamo a degli escursionisti se avessero visto un biker e alla loro risposta negativa torniamo alla fonte. Non c'è traccia di Raimondo. Alfonso a questo punto non sa se continuare ad attendere lì o rimettersi in marcia sulla traccia ufficiale. Alfonso sa che il Partenio non ha segreti per Raimondo. Si opta quindi per restare sulla traccia, sperando di ritrovare Raimondo a campo maggiore.

Saliamo per 4km ed arriviamo ad un quadrivio. Per bosco cupone si dovrebbe prendere a destra. Un cartello CAI però indica a sinistra un sentiero per campo maggiore distante 35 minuti a piedi. Decidiamo di abbandonare la traccia e tagliare per questo nuovo sentiero, così da avvicinarci a Raimondo. Il percorso è in forte salita e Alfonso e Francesco spingono la bici, tra rocce, radici e canaloni. Arriviamo ad un crepaccio. Vediamo sopra di noi a 100m in linea d'aria la strada per campo maggiore, ma siamo sotto di 200 metri e non si vede alcun sentiero. Cominciamo ad arrampicarci, bici in spalla. Ma è durissima. In 10 min facciamo solo 20 metri. Francesco riesce a salire in modo più spedito. Alfonso è in serie difficoltà: continua a scivolare sul fogliame. Dall'alto Francesco indica ad Alfonso di proseguire sulla destra che sembra meno ripido. Alfonso raccoglie le poche energie e prosegue a destra. Dopo poco i due si perdono di vista. Alfonso prosegue in modo trasversale ed a fatica arriva a campo Maggiore. Lì non c'è traccia di Francesco né di Raimondo. La diaspora è ora completa. Alfonso attende invano 20 minuti sulla strada l'arrivo di Francesco. Incrocia degli escursionisti che riferiscono di aver incontrato circa 2 ore fa un ciclista a fonte san Giovanni (Raimondo) arrabbiato per essere stato abbandonato, ma di non aver visto più nessuno lungo la strada asfaltata. A questo punto Alfonso è certo che Francesco sia sceso prima degli escursionisti e quindi abbia proseguito. Francesco non conosce questi trail ma oramai è su una strada asfaltata con indicazioni per tornare a Montevergine. Quindi rincuorato da questa idea e delle notizie ricevute di Raimondo, almeno è vivo, prosegue secondo la traccia lungo il trail Panoramica. Il sentiero è semi distrutto e quasi impraticabile. Comunque con qualche sforzo in più arriva alle 14 alle auto. Via wapp apprende che un ancora inalberato Raimondo è tornato sano e salvo ed è in auto verso casa. Ma di Francesco nessuna notizia e la sua auto è ancora al parcheggio. Alfonso prova a chiamarlo al cellulare. Segreteria. Prova e prova ancora ...


Il racconto secondo Francesco


"Alfonso forza che ce la fai, vai a zig zag. Spostati sulla destra.". Francesco cerca di incoraggiare l'amico in difficoltà. Lo vede trascinarsi lungo il pendio e poi sparire dopo una curva. Attende di vederlo spuntare più in là, ma niente. Lo chiama ad alta voce. Ma le urla si perdono nel fitto bosco, attutire dal fogliame. Francesco risale a fatica e raggiunge finalmente la strada. In pochi minuti scende a campo maggiore e lo percorre alla ricerca di Alfonso. Si ferma ed attende per 30 minuti l'amico (ndr. In quel momento Alfonso era nel vertice opposto della grade piana, lunga più di 1km e larga 500 metri). Non vedendolo arrivare, pur preoccupato decide di tornare lungo la strada asfaltata a Montevergine per poi tornare alle auto e decidere come proseguire le ricerche. Francesco è sulla lunga discesa quando, finalmente, il suo cellulare riprende vita. Si ferma e risponde, " weee Alfonso sei vivo !".


E qui finisce l'odissea dei nostri eroi e con essa questo lungo reportage. Ancora una volta completiamo indenni o quasi la nostra avventura in MTB. Le difficoltà di oggi ci insegnano, una volta di più, come sia importante definire un piano e relativa traccia, avere tutti un gps in grado di seguirla e, ad ogni modo, restare sempre in gruppo. Alla prossima !


Ps. Il direttore Alfonso, che in quanto tale si sente responsabile dei disagi patiti da tutti, si farà perdonare offrendo una cena ai protagonisti della incredibile, dura e strampalata Diaspora sul Partenio.


2 Comments

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Raimondo Di Giacomo
Raimondo Di Giacomo
Jun 05, 2022

Ma quale diaspora??? Si chiama tradimento premeditato

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Alfonso Calabrese
Alfonso Calabrese
Jun 05, 2022
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🤣 non hai le prove

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