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La volpe di Bracigliano

  • Immagine del redattore: Alfonso Calabrese
    Alfonso Calabrese
  • 17 giu 2023
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 6 giu 2024

24km; 650md+; traccia; relive; reel

Siamo a giugno ed è il momento di tornare a Bracigliano per il nostro tradizionale giro tra i ciliegi carichi delle splendide gemme rosse, per le quali il borgo dell’agro-sarnese è celebre nel mondo.

Oggi, sabato 17 giugno 2023, sono pronti all’assalto del duro percorso di 22km (all'80% su sterrato) e circa 650 m di dislivello, in ordine alfabetico inverso: Roberto, Raimondo, Mario, Francesco, Andrea ed Alfonso.

decidiamo di ritrovarci tutti al cimitero di Sarno, per un saluto al mai dimenticato presidente Generoso, sovrano incontrastato di queste montagne, e che da Lassù veglia sempre sulla sua squadra.


Ripartiamo e ci dirigiamo in auto verso Bracigliano, dove ritroviamo Francesco, l’unico che, nonostante le precise informazioni di Alfonso sulla chat ufficiale B&S (con indirizzo e punto mappa), si era diretto al cimitero sbagliato, 30km più a sud. (ndr. La propensione a perdersi e poi ritrovarsi deve essere un tratto distintivo del DNA di ogni componente del team Bike&Ski).


Consumato un ottimo caffè, riprendiamo le auto e poco prima delle 9 arriviamo al boschetto dove la strada scollina in direzione di Forino. Montiamo le bici e, visto che quella di Raimondo sembra non necessitare del consueto cambio di camera d’aria, ci mettiamo subito in sella. Il giro è di 22 chilometri e prevede un alternarsi di salite e discese. Ci sono 2 o 3 possibili tagli, ma oggi tutto filerà liscio, o meglio, ci saranno i consueti dubbi e tentativi di stravolgere il piano, con un totale rovesciamento dei ruoli: Alfonso proporrà di non rispettare la sua stessa traccia e Raimondo giocherà il ruolo dell’intransigente, proteggendo il piano fino alla fine. Incredibile ma vero. E poi che c'entra la volpe? Abbiate pazienza e andiamo con ordine.


Lasciate le auto, siamo da subito su sterrato. Dopo una leggera salita di un chilometro, proseguiamo in piano per 1,5 km nella boscaglia. Il sentiero è disseminato di grosse pozzanghere, per la “gioia” di Mario, che avverte un dolore fisico ad ogni schizzo di fango che si deposita sulla sua amata bici, quasi come le gocce di acquasanta sul corpo dell’indemoniato (scena e citazione "esorcistica" già vista in passato e supponiamo si ripeterà anche in futuro).

Una breve discesa, su fondo pietroso è il preludio ad un nuovo tratto in salita molto ripido, dove via via tutti siamo costretti a scendere e trascinare le bici. Il sentiero sbuca su una strada asfaltata che imbocchiamo, sempre in salita, in direzione campo Summo.


Ci fermiamo per rifiatare per qualche secondo: è l’occasione per Mario per ripulire la sua bici. Il tratto su asfalto è lungo poco meno di un chilometro. Poi al primo tornante lo abbandoniamo e ci rimettiamo su sterrato. Qui Raimondo, nelle vesti di "Peppe di Bracigliano", ci ammonisce: “Ragazzi di qui ci aspetta una salita molto tosta!”. Ma siamo qui per faticare e quindi nessuna esitazione e si procede sulla destra, nuovamente nel fitto del bosco.


Il tratto di circa 3 chilometri è duro ma pedalabile. Dietro un cespuglio Francesco e Raimondo avvistano una volpe. "Qui à sinistra !", avvertono in coro i due. "E' sgattaiolata nel cespuglio", puntualizza Mario. Ovviamente gli altri non vedono nulla. Parte quindi una dissertazione lessicale sull'applicabilità del termine sgattaiolare per un quadrupede che non sia una gatto. L'acido lattico comincia ad intaccare le menti dei nostri bikers e quindi è un susseguirsi di frasi del tipo "Ma se un gatto sgattaiola, una volpe svolpaiola ? E il cane cosa fa, ?".

Tra una risata ed uno sfottò al povero Mario ed alla sua volpe, che darà il nome al giro, ci beviamo il resto della salita. In meno di 40 minuti siamo alla prima vetta. Come da tradizione, passiamo nel santuario con immancabile selfie di gruppo.



Ci dirigiamo verso sud, lungo un tratto pianeggiante ed, al chilometro 6,5 dalla partenza, arriva il primo tentativo di ammutinamento. Qui infatti il piano di oggi prevede una veloce e ripida discesa e poi una nuova e lunga salita, per complessivi 10 chilometri fino a campo Summo. Esiste però la possibilità di un taglio che ci porterebbe velocemente a Campo Summo, percorrendo un sentiero in piano in meno di 2 chilometri. Fautore dell'ammutinamento è Mario, nonostante sia il più fresco tra noi, in quanto in sella alla sua super moderna e-bike. Fare questo taglio vorrebbe dire ridurre la nostra escursione a soli 15 chilometri complessivi. Mettiamo ai voti la proposta e con 3 voti contrari 1 a favore ed un astenuto, la mozione di Mario viene bocciata.



Si riparte e ci godiamo la splendida discesa, che notiamo essere segnata da strisce colorate ogni 20 metri, quindi sarà stato un tratto di qualche gara di enduro o cross country. A Roberto comincia a balenare un "doloroso" ricordo. Su una di queste discese, dopo una rovinosa caduta, si procurò un profondo taglio al braccio sinistro, i cui segni sono ancora visibili oggi. "Alfo' è qui che caddi ?", domanda il titubante Roberto a metà della discesa. "Mi sembra proprio di si, proprio nella prossima curva", gli conferma un poco empatico Alfonso. "Boh non ne sono sicuro, forse è il prossimo sentiero", chiosa Roberto. Con questo punto interrogativo, il nostro iron-man, riparte a tutta velocità senza timore alcuno.

(per i lettori che amano il sangue, qui il link all'escursione del 12 giugno 2017, con la foto delle ferite di Roby).


Dopo la discesa inizia una nuova salita, inizialmente su asfalto e non troppo dura. Avanziamo con buon ritmo e ci regaliamo una lunga pausa all'ombra dei castagni prima di imboccare l'ennesimo sentiero in salita. Qui in sequenza, a poche centinaia di metri una dall'altra, due possibilità di taglio. Siamo al chilometro 10 dalla partenza e 12 dall'arrivo e questi tagli ce ne risparmierebbero un paio. Mario, nuovamente si fa promotore del taglio ed incredibilmente, come si accennava nell'introdurre il racconto di oggi, anche Alfonso sarebbe disponile ad accorciare il percorso. Ma è il prode Peppe di Bracigliano che si fa paladino del progetto di oggi: "Ragazzi la traccia dice di proseguire ed è meglio non tagliare!". Alfonso è da un lato incredulo, conoscendo bene le inclinazioni giacobine dell'amico, dall'altro quasi commosso per l'attaccamento di Raimondo alla traccia. Anche questa volta Mario non riesce nell'intento gustatorio. Proseguiamo rispettando religiosamente la traccia.



E' bene abbiamo fatto. Dopo aver completato una lunga "U", ci rendiamo conto che al centro della stessa c'era un profondo avvallamento. Quindi ogni taglio proposto da Mario avrebbe comportato una breve discesa e poi un'aspra risalita. Completata la "U", siamo a poche centinaia di metri da campo Summo. Sono però metri veramente tosti con una salita oltre il 20%, che ci obbliga a trascinare le bici. Arrivati a campo Summo Alfonso e Raimondo sono esausti. Andrea è fresco e tosto e si spinge lungo un crinale per ammirare il panorama. "Alfo' ma quanti anni tiene Andrea ?", domandano increduli un po' tutti nel vedere Andrea pedalare a tutta lungo il prato che porta al crinale. Il buon Andrea è in grade forma e pur essendo un "vecchietto" come tutti noi, sembra avere infinite energie. Alla fine anche Mario, Francesco e Roberto lo seguono sul crinale, mentre Alfonso si limita a fare foto e video e Raimondo ne profitta per far riposare le sue stanche membra.



Proseguiamo quindi tagliando trasversalmente tutto il campo Summo e passando al recinto dei cerbiatti, che anche stavolta non scappano e si lasciano fotografare.


Ancora qualche metro di salita e poi inizia la lunga discesa, che senza interruzione alcuna ci riconduce alle auto, dove arriviamo poco prima delle 13. Mentre cominciamo a smontare le bici, Raimondo che sembra aver particolarmente gradito il giro, propone un applauso per Alfonso che, testuali parole, "dopo 10 anni ha finalmente ingarrato una traccia".


L'avventura di oggi però non è ancora finita. Lungo il percorso in bici abbiamo trovato tutti i ciliegi spogli, sembra a causa delle forti piogge di maggio e giugno. Ma non desistiamo nell'intento di portarne a casa i succulenti frutti rossi. Ci dirigiamo quindi verso il nostro grossista di fiducia, che dopo le rituali insistenze, si convince a venderci le preziose ciliegie doc di Bracigliano. Da segnalare il solito ingordo Mario, che decide di prenderne da solo 20 kg, ai quali ne aggiunge altri 10 di qualità selezionata.


Giro completato e ciliegie acquistate. Per oggi è tutto. Alla prossima avventura.






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