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Livigno bike dream 2021

  • Immagine del redattore: Alfonso Calabrese
    Alfonso Calabrese
  • 12 set 2021
  • Tempo di lettura: 16 min

Aggiornamento: 29 dic 2021

Benvenuti nel dettagliato racconto della intrigante bike experience in quel di Livigno.


Preparazione

Come da consolidata tradizione il team vuole anche quest'anno cimentarsi con le vette alpine. Le valli del trentino sono sempre un grande richiamo, ma per questo 2021 vorremmo affrontare nuovi percorsi. Sulla chat ufficiale del gruppo sin da fine Giugno vengono scambiate idee e proposte ed ad inizio Luglio viene scelta Livigno, con i suoi mille sentieri e 2 bike park.

I fedelissimi Roberto, Raimondo ed Alfonso sono pronti. Gerardo, grande protagonista in trentino nel 2020 deve passare per i postumi di una "revisione" agli occhi. Andrea, Nic e Marco sono troppo presi con le loro attività lavorative (almeno così dicono), Pasquale passa oramai il suo tempo libero ad osservare i cantieri in strada con le braccia conserte dietro la schiena. Fabio ed Emilio mostrano invece interesse e si dicono certi della loro partecipazione.

Le date scelte sono dal 9 al 12 settembre. Il team si divide i compiti: Roberto si occupa di prenotare voli e hotel, Alfonso pensa al noleggio di bici, auto e alla definizione dei percorsi. E Raimondo ? Il nostro Peppe di Livigno, come sempre, osserva, commenta ed incita.

Roby trova degli ottimi voli della compagnia di bandiera e Alfonso stila come sempre un programma iper dettagliato, con produzione di tracce GPX ed approfondimenti storico/paesaggistici.

Passano i giorni, e Fabio prima ed Emilio poi sono costretti a dare forfait. Roberto ed Alfonso rivedono le prenotazioni, riuscendo ad azzerare i costi delle cancellazioni.


Quest'anno quindi i colori nero bianco ed arancio del team Bike&Ski saranno difesi da Raimondo, Roberto ed Alfonso.


Giovedì 9/9 - l'arrivo

Il volo scelto da Roby è un Alitalia Napoli Linate. Ci ritroviamo a Capodichino poco prima delle 8 dove il buon Raimondo arriva con solo 5 minuti di ritardo. Poco male in quanto in aeroporto lo stesso Raimondo ha appuntamento con una sua amica hostess di terra che ci scorterà come dei vip fino all'imbarco. Anche stavolta il fascino di Raimondo è stato utile. Gli intoppi però non mancano. Poco dopo il controllo metal detector, Raimondo si rende conto di non aver con se alcun documento di riconoscimento, fatta eccezione per la patente. Per i voli nazionali non ci sono problemi, ma essendo Livigno una enclave italiana in Svizzera, per raggiungerla occorre passare il confine e lì il buon dottore potrebbe essere respinto. Non c'è tempo per rientrare a casa e quindi decidiamo di partire confidando nella buona stella e di doganieri poco zelanti, il tutto si riassume nel pensiero deterministico di Raimondo: "abbiamm' a partì e po' verimm!"

Arriviamo in perfetto orario a Linate e ci rechiamo senza indugio alla Europcar per prelevare l'auto. Dopo qualche minuto di attesa ci vengono consegnate le chiavi di una fiammante Renault Clio, auto che lascia a dir poco perplessi gli esigenti Roby e Rai. Ad ogni modo, una categoria superiore costerebbe un centone in più; Alfonso si volta per chiedere conferma dell'upgrade agli amici che, a questo punto, in coro esclamano: "la Clio va benissimo !"

Ora non ci resta che trovare l'auto nel nuovo multipiano di Linate. Con non poche difficoltà, nonostante una lunga spiegazione al desk e la foto della piantina, i nostri eroi raggiungono l'auto con approccio Totò e Peppino in piazza Duomo.

Si parte. Alfonso, prende confidenza con l'auto e setta il navigatore integrato con destinazione Livigno.

Già la semplice uscita dal multipiano è un problema. Dopo aver fatto il girotondo per 2 volte chiediamo lumi ad un passante e finalmente usciamo dal multipiano. Qui continuiamo a sbagliare: Raimondo con enfasi, come avviane per altro in bike quando decide di non seguire le tracce, chiede di lasciare perdere il navigatore dell'auto e indica di svoltare ... in un divieto di transito. Roberto subentra tranquillo ed indica la direzione da seguire. Dopo qualche km occorre fare inversione ad U. A questo punto Alfonso ferma l'auto collega il cellulare di Raimondo all'auto e segue pedissequamente il navigatore.

Raggiungiamo così la tangenziale Nord e poi imbocchiamo la statale per Lecco, poi Sondrio ed infine arriviamo a Tirano, ovvero l'inizio dell'alta Val Tellina.

E' passata da poco l'una e decidiamo di fermarci a mangiare in questa ridente cittadina. Roby boccia un paio di locali ed infine andiamo nel ristorante La Botte, ai piedi della cattedrale. Mangiamo con gusto della bresaola, dei pizzoccheri mantecati al taleggio e tartufo. Avremo memoria dei pizzoccheri per almeno un paio di giorni, vista la difficoltà manifesta nel digerirli.

Dopo il lauto pranzo, è d'uopo una veloce visita nello stupendo Santuario della Madonna di Tirano. Il santuario fu edificato nel 1513, su progetto di Giacomo Rodari, sul luogo dell'apparizione della Madonna, dove nel punto esatto è stato eretto l'altare minore, ripotato nella nella terza foto.



Dopo la pausa mistico religiosa, torniamo all'auto e registriamo la commozione di Roberto nel vedere il mitico Trenino Rosso di Bernina. Roberto ci spiega che questo trenino, partendo da Tirano si inerpica per 60km sulle Alpi fino al passo Bernina (2200m slm) per poi giungere fino a St Moritz.


A questo punto siamo al thrilling: per raggiungere Livigno abbiamo due possibilità. Procedere verso Nord e attraversare un lembo di Svizzera e giungere quindi alla meta. Alternativa sarebbe di puntare verso Est in direzione di Bormio per poi raggiungere Livigno. la deviazione ci costerebbe non meno di un'ora. decidiamo di tentare la sorte ed alla peggio si tornerà indietro e si utilizzerà la soluzione per Bormio.

Con grande attenzione ci avviciniamo al confine e i doganieri italiani ci fanno cenno di proseguire senza fermarci. Dopo poco eccoci alla dogana Svizzera e .. sorpresa non troviamo nessuno. Siamo più distesi e dopo poco meno di un ora siamo a Livigno.

Effettuiamo il check in all'Hotel 4 stelle (?) scelto da Roby, l'Hotel Marzia, a circa 1km dal centro di Livigno. Decidiamo di riposarci una mezzora e poi, in tenuta biker, di andare a piedi al negozio dove Alfonso ha prenotato le ebike.

Piacevolissima è la passeggiata nella zona pedonale dove ci preoccupiamo di trovare un Bar con servizio Dazn/Sky per poter assistere al big match di sabato 11 contro la Juve. Lungo la via principale scambiamo due chiacchiere con un simpatico barman locale (tifoso juventino) ed alla fine Raimondo ottiene l'ok per riservare un tavolo fronte TV. Camminiamo ancora e dopo 2km raggiungiamo il Defox2, negozio di nolo bike sotto l'impianto che porta al bike park Mottolino. Qui siamo accolti dalla proprietaria che con fare poco accogliente (Rai è veramente contrariato) ci consegna le bici, delle Full 29'' Force GT-E Amp , con batteria da 600 mAmps.

Durante il lungo viaggio in auto, Alfonso aveva presentato il percorso ad anello da fare in bici l'indomani. La malcelata diffidenza di Raimondo minava le sicurezze del Direttore: sarà meglio salire lungo la val di Alpisella e scendere attraversando la Val Trela o viceversa ? Chiediamo quindi a uno dei meccanici del negozio info sulla traccia proposta da Alfonso. Il ragazzo senza esitazione indica in Alpisella - Trela il senso di percorrenza ideale. Roby non commenta (tanto lui è pronto a farla anche nei due sensi una dopo l'altra). Raimondo sintetizza in un sonoro "mmmmaah !" il suo scetticismo esistenziale. Prese le bici ed i carica-batterie, ci dirigiamo verso il centro di Livigno e notiamo un ripido trail sotto un impianto di risalita (a quest'ora già fermo). Decidiamo di testare motore e sospensioni e risaliamo la collina per un centinaio di metri e ci lanciamo lungo il trail a tutta.


Le sensazioni sono buone, anche se Alfonso non si da pace, regolando decine di volte l'altezza del sellino. Rientriamo quindi in hotel percorrendo la bella pista ciclabile illuminati dalle luci di un bel tramonto alpino.

Arrivati in Hotel ci rendiamo conto che le 3 bici sono di 3 taglie diverse: a Roberto è toccata una M che sembra essere OK per le sue misure. Ad Alfonso una L ed a Raimondo una XL. Alfonso impiegherà quasi 15 minuti a convincere Raimondo a mollargli l'XL. Poi però si trova una quadra e settando i sellini Raimondo accetta di buon grado di prendere la L.

Una veloce doccia ed usciamo per i primi acquisti in zona franca. Poi un aperitivo al bar della partita (per verificare per bene location e prenotazione). A seguire cena al ristorante La Mirage. La cena è l'occasione per ripassare il giro di domani, cartina alla mano e fugare ogni dubbio residuo di Raimondo.


Venerdì 10/9 - Val d'Alpisella e Val Trela

Il film Alpisella; Il film Mottolino Sveglia ore 7.15 e colazione ore 7.45. Il piano è chiaro per tutti: riscaldamento lungo la ciclabile fino al lago di Livigno, poi lunga salita su sterrato fino al passo Alpisella (2285m slm). Discesa fino ai laghi di San Giacomo e Cancano (1952 m) e poi nuova salita fino al passo Trela (2290m), dove in una caratteristica malga (ovvero una tipica fattoria alpina) prevediamo di mangiare, per poi tornare lungo un sigle track tra i boschi nuovamente al Lago di Livigno. Il giro prevede circa 30km e 1000 m di ascesa, sembra quindi non troppo duro. In opzione quindi prevediamo per il pomeriggio di effettuare una seconda escursione, dalla cima del Mottolino lungo la valle delle Mine.

Ma le cose non andranno esattamente come previsto.

Lasciamo l'hotel alle 8.15 e ci dirigiamo verso Nord in direzione del lago. La vista delle cime specchiate nelle acque alpine alle prime luci del mattino è sensazionale.

Dopo circa 10 minuti, lasciamo il lago di Livigno e superato il Rifugio Alpisella, prendiamo un sentiero in salita dove iniziamo la lunga ascesa che ci condurrà al primo passo della giornata.

La pendenza non scende mai sotto il 10% e nonostante la spinta dei motori si incomincia a sudare. Niente sembra turbare iron-men Roberto, che pur settando la sua bike in eco (o addirittura in alcuni tratti spegnendo del tutto il motore) è sempre in testa ed è costretto a fermarsi per attendere i più lenti ma sempre gli arzilli Raimondo ed Alfonso.




Il sentiero è largo e compatto. Non ci sono quindi rischi, nonostante la minacciosa e profonda gola che vediamo maestosa sulla nostra destra. Attraversiamo un numero interminabile di piccoli ruscelli e piccoli laghetti. Più saliamo più la vegetazione si dirada e il bosco lascia il posto a prati alpini e rocce.




Arrivati al passo di Alpisella, continuiamo per qualche chilometro in piano fino ad un bivio dove abbandoniamo il sentiero principale. La nostra traccia infatti prevede di scendere lungo uno stretto sentiero fino ai laghi. Di tale deviazione ci aveva parlato il meccanico del negozio di bici, quindi sereni imbocchiamo il sentiero sulla sinistra.

Quello che affronteremo è probabilmente il single track più bello mai percorso nella nostra lunga carriera di bikers. Con una pendenza impegnativa ma non impossibile, su un fondo di terreno compatto con qualche roccia e radice, zizzaghiamo tra gli alberi e improvvisamente si staglia davanti a noi la maestosità dei laghi di San Giacomo e Cancano.




Durante la ripida discesa, Alfonso deve fermarsi spesso per stringere ed assicurare meglio la sua Insta360. L'action cam, che consente di riprendere la discesa con effetto drone, è infatti collegata da una staffa, bloccata con una morsa sul manubrio della bici. Le forti vibrazioni fanno ruotare la morsa e di conseguenza la telecamera. Nello stringere per l'ennesima volta la morsa, Alfonso spacca la vite, rendendo impossibile bloccare la staffa !


Mentre Roberto e Raimondo si divertono lanciandosi a tutta birra già per il trail, Alfonso, come novello MacGyver (solo i cinquantenni potranno cogliere il riferimento televisivo), tira fuori tutta la sua attrezzatura ed in 5 minuti trova un nuovo modo per fissare la telecamera ed avere la possibilità di registrare dei video in soggettiva.

Intanto Raimondo e Roberto sono arrivati al lago e cominciano a temere che Alfonso sia caduto in un dirupo. Preoccupati non tanto per l'amico, ma per il fatto di non avere alcuna idea su come tornare a casa, si rallegrano nel vederlo spuntare dall'ultimo tornante. Dopo una veloce spiegazione, cominciamo a circumnavigare i laghi.







I due laghi sono separati da una maestosa diga, percorribile sia in bici che in auto. La attraversiamo e facciamo il punto della situazione.


Tante sono le indicazioni presenti al bivio dopo la diga. Prendendo sulla sinistra, dopo circa 30km si arriverebbe a Bormio. Roberto ipotizza questa "piccola" deviazione, ma la cosa non viene neanche presa in considerazione (l'espressione imperturbabile di Raimondo è eloquente). Manteniamo il piano e svoltiamo a destra in direzione del passo Trela, obiettivo raggiungere la malga distante circa 4,5 km.

Proseguiamo e poco prima della lunga salita, scorgiamo una cartello scritto a penna, recante la funesta indicazione "malga chiusa". Ci fermiamo in un rifugio a bordo lago per comprare qualche barretta e del cioccolato, qualora la struttura in vetta sia effettivamente chiusa.

Sulla parete di questo rifugio un'ampia cartina mostra tutta la zona e qui va segnalata la commozione di Roberto che si rende conto di essere nel pieno del parco regionale dello Stelvio. Comincia ad ispezionare ogni informazione, il nome di ogni montagna, ogni valle, ogni piccola strada o viottolo. Nella sua mente ricostruisce in 3D le montagne, sia in scenari estivi che ricoperte di neve. Incrocia ricordi di 20 / 30 anni orsono, ripercorrendo le sue tante avventure sciistiche del passato. Intanto Raimondo ed Alfonso stesi al sole, si godono la pausa, mal celando il loro poco interesse per le dissertazioni geografiche-storico-sportive di Roberto.

All'ennesimo "Robbe? si è fatta una certa ... ce ne vulimm' i' !", il nostro iron-man balza in sella e comincia a pedalare in direzione del passo.



Anche questa seconda salita è molto impegnativa. Alla forte pendenza si unisce il fatto che il sentiero è abbastanza stretto e i canyon a strapiombo (questa volta sulla sinistra) non ci lasciano troppo tranquilli.






Dopo circa 40 minuti di dura salita, con le ruote il più possibile lontane dal bordo del sentiero, arriviamo su un vasto altipiano dove scorgiamo la fattoria malga Trela. Entriamo nel perimetro e ci rendiamo conto che effettivamente la struttura è chiusa. Da una porticina spunta un giovane valtellinese che ci informa che la malga ha chiuso proprio la settimana prima. Ci racconta delle attività e dei prodotti tipici che avremmo potuto gustare e del fatto che sta ultimando la preparazione dei locali, che di lì a qualche settimana saranno coperti da 3 metri di neve.

Dopo averci confermato il sentiero per Livigno, lo salutiamo e ci rimettiamo in viaggio continuando a salire. Dopo pochi minuti Raimondo ha una piccola crisi ipoglicemica, ovvero adda magna’ qualcosa. Ci fermiamo e diamo fondo alle nostre scorte di cibo (2 barrette, 4 biscotti ed una tortina). Del bivacco non abbiamo immagini fotografiche, a testimonianza della stato confusionale in cui versava non solo Raimondo !

La sosta si protrae in quanto anche qui a 2600 m, Alfonso viene raggiunto sul cellulare dal Servizio Sky.

Superata la crisi, e risolto il problema con Sky, ci rimettiamo in sella e come è possibile notare dalle immagini lo scenario è meno roccioso, ma non meno adrenalinico: 80 cm di sentiero ed uno strapiombo alla nostra sinistra.

Siamo abbastanza abituati a pedalare in queste condizioni, quindi manteniamo un buon ritmo e dopo un paio di chilometri raggiungiamo il passo Trela. Qui il sentiero comincia a scendere. Più in basso vediamo il letto di un fiume. prendiamo sempre più velocità. Lo scenario cambia en entriamo in una fitta foresta di abeti e conifere. Attraversiamo il fiume su uno stretto ponte di legno e poi sempre scendendo a buona velocità arriviamo nuovamente a lago di Livigno.






Arrivati al lago sono circa le 14.30. il buon Roberto, o Raimondo (o forse entrambi) fanno una bella proposta: " ma perché non ci mangiamo qualcosa al Rifugio Alpisella qui sul lago". Non occorre alcuna discussione e la mozione è approvata all'istante. Ci sediamo e ci godiamo un ottimo tagliere di salumi e formaggi e delle ottime patatine fritte, innaffiate da della gustosa birra chiara.

Per tutti e tre quello di oggi è il più bel giro enduro mai percorso nella nostra lunga carriera di bikers. Siamo quindi soddisfatti e potremmo chiudere qui, senza il secondo trail delle Mine. Ma non abbiamo fatto i conti con iron-man Roberto. Per Roby non se ne parla di rientrare in Hotel alle 15. Propone di salire a 2200 m, sul Mottolino e fare uno dei sentieri del bike park.

Alfonso e Raimondo si guardano perplessi: decidiamo quindi di andare alla base dell'impianto, che è comunque di strada per rientrare all'hotel.

Percorsa a ritroso la pista fatta nel mattino arriviamo al famoso Mottolino Bike Park, il paradiso dei bikers che amano fiondarsi in discese assurde con salti e paraboliche. Nel bike park c'è un sentiero, l'Enduro Natural Trail che invece, pur essendo molto impegnativo è teoricamente nelle nostre corde. Roberto convince Alfonso a salire, non Raimondo che fischiettando allegramente pedala verso l'hotel. Qui cadrà in un sono comatoso e si sveglierà solo quando Alfonso busserà alla sua porta preoccupato del silenzio.

Roby e Alf quindi prendono un biglietto di sola andata per la cima del Mottolino e senza troppa fatica trovano il Natural Trail.


Il percorso offre scorci meravigliosi e notevoli difficoltà tecniche che però vengono superate da un Roberto freschissimo ed un affaticato Alfonso.

Arriviamo indenni a valle e poi, dopo 10 minuti di tranquillo defaticamento sulla ciclabile, siamo in hotel per il meritato riposo.



Per la serata si apre una piccola discussione sulla location della cena: mentre Raimondo ed Alfonso sono per una braceria tranquilla dove rivivere e rievocare le emozioni di oggi, il buon Roberto è per provare uno dei ristoranti più esclusivi di Livigno, in predicato per la stella Michelin. Il vigore di Roby è come sempre inarrestabile e dopo un accordo su una divisione del conto con coefficiente di ponderazione non uniforme, funzione del livello di motivazione della location stessa (ovvero facciamo un poco Rai, un poco Alf e tutto il resto Roby) ci prepariamo ed affrontiamo a piedi i 2 km che ci separano dal ristorante "Al Persef ".


La serata sarà memorabile. Il ristorante prevede 3 menù : 2 normali ed uno extra, denominato Follia. Lascio immaginare cosa sceglierà Roberto: una folle ed infinita lista di portate gourmet, si susseguiranno senza tregua. Per evitare di tediare i nostri lettori, ma dare comunque un segno tangibile del livello, segue la foto della prima portata.

Siamo quasi alla fine ed il giovane (29 anni) e promettente chef si avvicina al nostro tavolo. Non l'avesse mai fatto: Roberto inizia una lunghissima dissertazione sulla ristorazione gourmet, citando con disinvoltura più di 60 ristoranti stellati tra Italia ed Europa, precisando di ognuno il nome dello chef e la specialità della casa. Verranno poi analizzate le materie prime, la loro provenienza, le tecniche di trasformazione e di presentazione. Praticamente un wiki-gourmet vivente !

La conversazione prosegue e passate le 23h, lo chef distrutto, approfitta di un momento di distrazione di Roby e fugge via insieme ai suoi due souschef, anche loro interrogati per benino dal nostro gourmettologo.

Restano nel locale due poveri camerieri, un bergamasco ed una moldava, ai quali tocca l'ingrato compito di intrattenere i 3 ultimi clienti, noi. E' infatti il momento di Raimondo con racconti dei suoi viaggi in Moldavia, al seguito della nazionale di calcio. Stremati alle 24h ci salutano e chiudono il ristorante.

La gelida nottata di Livigno ci avvolge e arriviamo in Hotel con un serio principio di assideramento.


Sabato 11/9 - Carosello 3000

Ci svegliamo presto ed alle 7.45 siamo pronti per la colazione. Dopo l'esperienza della Malga Trela trovata chiusa, i nostri eroi preparano un copioso numero di panini farciti con salumi e formaggi, tanto per essere sicuri di non digiunare a pranzo.

Durante la cena gourmet poco si è discusso del programma per oggi. I'idea iniziale di Alfonso (lunghissima pedalata in salita fino a quota 2600m) è stata bocciata. Si è convenuto quindi di salire in cima ai quasi 3000m del Carosello Bike park con la funivia e poi lasciarci guidare dall'istinto nel scegliere le decine di sentieri disponibili di sola discesa. Un approccio "free riding" molto caro a Raimondo ed allo stesso Roberto. Meno al metodico e maniacale Alfonso, che però accetta di buon grado.

La nottata post gourmet non è stata piacevole per Raimondo, che ci racconta con dovizia di particolari le innumerevoli sortite nel bagno. Roberto non ha avuto impatti, lui ormai ha lo stomaco gourmet-resistent. Alfonso, pur non al livello di Raimondo, ha anche lui avuto qualche problemino di pancia.

Ad ogni modo siamo ora pronti per l'avventura di oggi: poca salita e tantissima discesa.

Arriviamo all'impianto ed acquistiamo il biglietto giornaliero, valido per i due impianti Carosello 3000 e Castaccia.


Prendiamo l'impianto e scendiamo alla seconda ed ultima fermata a quota 2600m. Siamo sorpresi di trovare una temperatura più che gradevole, siamo sui 18 gradi, cielo coperto con sprazzi di sole. Quindi tutto perfetto. Lo scenario intorno a noi è di una montagna brulla e coperta da una vegetazione molto bassa e dai colori arancio e beige. Subito notiamo la differenza con le Dolomiti dei 4 passi, molto più rigogliose e dai colori più vividi.

Sulla grande mappa del Bike park valutiamo con attenzione tutti i sentieri: il colore Rosso/nero indica quelli più complessi tecnicamente, i Blu sono quelli più scorrevoli e, in teoria, privi di salti. Vedremo in seguito che tutto ciò è molto teorico.

Decidiamo di testare le nostre abilità su 2 piste azzurre: MTB 1 per un primo tratto poi MTB6.

Tutt’altro che facili i single track sono disegnati lungo il versante che guarda Livigno, brullo e pietroso. La quasi totalità è esposta. Con la dovuta attenzione ci lanciamo sui ripidoni e sulle paraboliche ed indenni arriviamo alla stazione intermedia dell’impianto a quota 2200.






Risaliamo sull'impianto Carosello 3000 e riprendiamo la MTB1 che percorriamo tutta fino ad un secondo impianto, Campaccia. È il momento di salire di difficoltà: ci lanciamo sulla rossa MTB2.

Bellissimo single track tra gli alberi con paraboliche più complesse, ma al nostro livello.

Riprendiamo l’impianto Campaccia e saliamo fino alla cima per poi ridiscendere sulla MTB8, con nuovi punti iperpanoramici.





Arrivati a valle prendiamo un sentiero in saliscendi, che taglia la montagna e ci riporta al primo impianto, C3000.

Arrivati in cima mangiamo con viva soddisfazione i panini preparati in Hotel. Siamo già abbastanza stanchi; in discesa occorre mantenere la posizione eretta e una costante pressione sui freni.

Ovviamente Roby è tutt'altro che stanco e propone di scendere su pista rossa, la minacciosa MTB5. Alfonso è scettico, temendo la presenza di salti fuori dalla nostra portata. Rai è agnostico, ancora sotto l’effetto della cena gourmet. Alla fine prevale l’ardore di Roby e ci lanciamo sulla MTB5, che raggiungiamo dopo un tratto di MTB1.

Nonostante il livello di complessità maggiore arriviamo alla fine senza cadute: considerando come riferimento il nostro ironman, Alfonso viaggia ad una velocità 60% Roby, Raimondo 85% Roby.



Riprendiamo ancora l’impianto e decidiamo di chiudere effettuando per l’ennesima volta la MTB1, poi ancora la rossa MTB2 e poi fino a valle la rossa "The Snake". Il nostro fido virtual drone ci riprende e ci scatta una foto sulla seggiovia e poi a quota 2600!


Tutto procede bene. Si registra una caduta di Rai sulla mega parabolica alla fine della MTB1, dovuta alla eccessiva confidenza. Non abbiamo purtroppo una testimonianza fotografica dell'accaduto, in quanto Alfonso arriva sul posto nel momento in cui Raimondo si è appena rialzato, imprecando !

Lo Snake si rivela bello dal punto di vista paesaggistico, con Livigno sullo sfondo, ma meno adrenalinico delle tante MTB1,2,3,4, ... !

Alla fine riscontriamo più di 3000m di dislivello negativo fatto oggi in 5h di puro divertimento.


Arrivati a valle, l’insaziabile Roberto propone di salire sul l’impianto Mottolino e fare altre rosse. Rai stremato dalla fatica e dagli effetti lassativi del gourmet declina. Ed anche Alfonso, con mano tremante dal troppo utilizzo dei freni, stavolta passa. Roby decide comunque di andare e percorre alcune piste del bike park, evitando quelle con salti di oltre 5 metri! Rientra sano e salvo, raccontandoci dei salti da paura e delle autombulanze che recuperavano bikers malridotti dopo le cadute.



Dopo doccia e riposo ci vestiamo in abiti civili e in sella alle bikes raggiungiamo il negozio e le restituiamo. Alle 18:30 ci attende il big match Juve-Napoli.


Alle 17.30 siamo difronte un mega schermo, armati di spritz e tagliere di salumi e formaggi. Anche il presidente De Laurentis, dallo schermo, sembra apprezzare il nostro set-up !

Dopo pochi minuti, goal della Juve. Veniamo subito perculati dall’amico barman juventino. Ma poi il Napoli si scatena e restituiamo la cortesia al fischio finale con la vittoria del Napoli


Dopo il match andiamo alla ricerca di un pub e Rai ci guida al “Why Not”, definito il burger gourmet di Livigno. Nonostante il termine gourmet crei massima apprensione in Raimondo, entriamo e gustiamo 3 ottimi panini.

Sazi, stanchi ma felici rientriamo in hotel sempre più intirizziti dal gelo di questa fine estate valtellinese


Domenica, 12/9 - Il rientro

Oggi non si va in bici e l'aereo è nel primo pomeriggio. Facciamo quindi colazione in orario più tranquillo alle 8.30.

Facciamo la contabilità analitica di tutte le spese e degli anticipi. Alfonso effettua i calcoli e dopo le molte perplessità di Rai troviamo la quadra. Il pagamento dell’hotel viene suddiviso in modo che ogni squilibrio venga compensato.


Alle 9 carichiamo l’auto e lasciamo le camere. Ci dirigiamo nuovamente a piedi al centro per gli ultimi acquisti. Ci mettiamo in auto e facciamo benzina. La zona franca fiscale di Livigno è evidente da queste tariffe!


Questa volta non vogliamo prendere rischi con Raimondo senza documenti e quindi viaggiamo in direzione Bormio, senza quindi rientrare in Svizzera. Arriviamo a Linate alle 15.30.

Auto riconsegnata senza i problemi della partenza. Girovaghiamo in aeroporto alla ricerca di panini decenti. Rai sempre a digiuno.


Rientriamo a Napoli in perfetto orario. Organizzazione eccellente, meteo super, trails al top. Sul vitto occorre lavorarci ancora ma conserveremo questa avventura alpina tra i nostri ricordi più belli !


Alla prossima !!!


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