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Oasi del Frassineto

  • Immagine del redattore: Alfonso Calabrese
    Alfonso Calabrese
  • 25 apr 2022
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 3 mag 2022

29,5km; 959md+; traccia; relive; video;


Per la Festa della Liberazione decidiamo di andare nuovamente a zonzo nei monti Picentini ed in particolare di perlustrare l’oasi del Frassineto, tra Fisciano e Calvanico (Salerno).

Oggi abbiamo un graditissimo ritorno: il mitico Roberto, dopo mesi di assenza dedicati allo sci ed al calcio, torna nella squadra … e torna col botto (ma di questo e delle conseguenze mediche parleremo più avanti).

Oltre Roberto e l’organizzatore Alfonso, oggi annoveriamo la partecipazione del sempre motivato Raimondo ed un quanto mai pimpante e-Mario. "Nonno" Fabio è a casa con la coperta sulle gambe, davanti al camino, a mondare piselli e fave, aspettando che i dolori alla schiena passino del tutto. Nicola si è dato alla macchia. Andrea cerca di conquistare punti famiglia, persi in occasione del mega ritardo sulle nevi di Cervinara. Oramai non fa più notizia l’assenza di Marco (di nobili origini e quindi incapace a svegliarsi prima delle 10.00 antimeridiane) e di Pasquale, di cui oramai abbiamo solo un vago ricordo (qualcuno lo ha visto osservare i lavori in corso a piazza Municipio con le braccia incrociate dietro la schiena, assumendo quindi una posa da perfetto pensionato).


Il giro è anche oggi bello tosto: sulla carta sono 30 km per più di 800 metri di ascesa (ma saranno alla fine quasi 1000, quelli reali). Il giro è stato studiato (Alfonso) e validato dagli esperti locali (Carmine) e prevede alcuni tratti a forte pendenza (20-25%). Visiteremo l'oasi naturalistica del Frassineto ed il Santuario dell'Incoronata. O almeno questo era il piano iniziale.

Ci ritroviamo all’uscita Montoro Sud della A2 e lasciamo le auto in un parcheggio lì a pochi passi: come al solito organizzazione logistica più che eccellente. Da sottolineare che e-Mario aveva proposto ad Alfonso di accorciare il giro effettuando un taglio dell’anello, accorciando di 10km ed avere in Fisciano il punto di partenza / arrivo. La voglia di pedalare tutti i 30km però ha però prevalso (in realtà vedremo che vinti dalla stanchezza opereremo in parte la variante ipotizzata da Mario).

Partiamo verso le 9. Il cielo è grigio e cupo ma non dovrebbe piovere. Percorriamo un tratto di circa 1 km su asfalto in leggera pendenza negativa e poi 5km in salita (2%). All’altezza di Calvanico, che scorgiamo sulla nostra sinistra al centro della valle, cominciamo a percorrere sentieri su sterrato, attraversando campi di alberi di noccioli e mandorli in fiore.

Si continua a salire e cominciano gli improperi di Raimondo, sempre indirizzati al suo cambio, che non gli consente di ingranare il rapporto più leggero. Il nostro non ha infatti riparato la sua bici, che è oggi in condizioni peggiori di quanto già narrato nell’escursione di Diecimare. A questo punto, mossi a pietà, il nostro pool di ingegneri (Alfonso e Mario) decidono di intervenire: dopo un breve consulto tra i due, viene deciso di ritarare il deragliatore posteriore. Individuata la vite di regolazione del tendicatena, Alfonso (con un tocco magico quasi pari alle mani d’oro del chirurgo proprietario della bici) dopo un paio di tentativi trova il giusto fine tuning ed il cambio torna a funzionare correttamente. Commosso, Raimondo, si lancia in avanti per celare al team le sue lacrime di felicità.






Entriamo finalmente nell’oasi, un bosco fitto di frassini (da cui il nome della riserva) che si estende per quasi 90 ettari. L’area è veramente bella e ben tenuta. La riserva è attraversata tra 3 sentieri principali, denominati F1, F2 ed F3. Già molto stanchi ci fermiamo in una zona picnic e ragioniamo sul prosieguo del giro: abbiamo percorso 12km (per 450m di dislivello positivo) e ne mancano ancora 18km (ed altri 400m di d+). Alcuni cartelli ci indicano il verso di percorrenza dei sentieri F2 ed F3, ovvero il senso opposto alla traccia di Alfonso. Mentre beviamo e sgranocchiamo qualche barretta, osserviamo un gruppo di bikers che sfrecciano sempre in senso opposto al nostro. Ancora una volta il dubbio ci assale:” ma stiamo girando nel senso giusto?”. Dopo centinaia di avventura il gruppo sa che è quasi inutile provare a stravolgere il piano di Alfonso. Ed anche in questo caso, dopo pochi minuti, ci rimettiamo a pedalare lungo la traccia imboccando una salita al 15%.




Arriviamo in cima (che è anche l’ingresso principale del parco, che si sviluppa in una specie di conca). Pochi metri dopo inizia una bellissima discesa. Zigzaghiamo tra i pedoni e poi ci lanciamo lungo un trail (F3) in una profonda gola. Sembra di essere in una foresta pluviale, bellissimo il contesto. Mentre pedaliamo occorre schivare rami bassi ed evitare grossi sassi, tronchi mozzati dalla furia delle acque invernali e spuntoni di roccia. Procediamo a buon ritmo.






Roberto, sempre il più in forma del gruppo, è in testa. La sua bike ha però un problema al sellino telescopico: il sistema è inceppato e Roberto, quindi, non può regolare l’assetto ed abbassare il baricentro per mantenere il controllo nei punti più difficili. Davanti a lui ora un passaggio tra due pietre. Rallenta. Dietro di lui Alfonso che, non vedendo la complessità dell’ostacolo, lo esorta a non fermarsi. Roberto valuta e decide di procedere. È sulla prima pietra, con la ruota anteriore scende ma la posteriore slitta sulla superficie viscida. Perde il controllo. Prova a bilanciare il peso ma è troppo in alto e cade rovinosamente sul lato destro.



Grazie a l’assenza in quel punto di spuntoni di roccia o rami mozzati si evita il peggio. Roby torna subito in sella. Qualche graffio sulle ginocchia sono la sola testimonianza della brutta caduta.



Continuiamo a pedalare. Siamo al Km 19 ed abbiamo da poco passato l’abitato di Calvanico. Ora c’è da decidere se continuare l’anello o piegare verso Ovest in direzione Fisciano. E’ mezzogiorno. Raimondo vuole tornare, è molto stanco. Votiamo è democraticamente (3 a 1) si decide di continuare in direzione del Santuario dell’Incoronata.

I tratti in salita sono sempre più insopportabili. Al gruppo si unisce un simpatico cagnolino, che ci seguirà per almeno 5 km. Arriviamo ad una chiesa e facciamo l’ultima sosta, bevendo gli ultimi sorsi d’acqua delle nostre borracce e dividendo con il nostro amico a quattro zampe le ultime barrette.





Riprendiamo la marcia e continuiamo a salire. Raimondo è quasi allo stremo ed anche Alfonso è in riserva. Arriviamo ad un bivio (km 23), dove sbagliamo la direzione. Dovremmo tornare indietro. A questo punto però decidiamo di proseguire lungo questo trail che, secondo le mappe di Alfonso, ci porterà a valle in puto tra Fisciamo e Montoro. Questo sentiero tutto in discesa è comunque molto bello. Alle 13.15 arriviamo a valle e dopo un paio di km alle auto.


Peccato per il santuario che per poche centinaia di metri non abbiamo raggiunto. Resta comunque une bellissima escursione che spero ripeteremo presto con un clima più caldo e luminoso e con bicilette, cambio e sellini, possibilmente, in migliori condizioni già alla partenza.

Grazie per la lettura ed alla prossima avventura.


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